Coronavirus Venezia. Un contagio a Psichiatria: reparto del Civile a rischio chiusura

Coronavirus Venezia. Un contagio a Psichiatria: reparto del Civile a rischio chiusura
VENEZIA Quella al coronavirus è una battaglia di posizione da combattere in costante emergenza a difesa di una linea dalla quale non si può retrocedere e che ieri...

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VENEZIA Quella al coronavirus è una battaglia di posizione da combattere in costante emergenza a difesa di una linea dalla quale non si può retrocedere e che ieri mattina, a Venezia, ha aperto un nuovo fronte con l'esito positivo al Covid-19 di una paziente ricoverata nel reparto di Psichiatria del Civile, ora a rischio chiusura. La donna, entrata in Psichiatria il 14 febbraio, è stata trasferita al reparto di Malattie infettive del Santi Giovanni e Paolo e le sue condizioni al momento non preoccupano. Il virus però ha contagiato anche il medico che la seguiva e che - trovato positivo al tampone del Covid-19 seppur asintomatico - è in quarantena a casa propria.


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PSICHIATRIA A RISCHIO
Una svolta che potrebbe portare alla chiusura del reparto di Psichiatria dell'ospedale Civile di Venezia. Da ieri mattina infatti non si accettano più nuovi ricoveri e si sta valutando l'idea di svuotare il reparto per poi sanificarlo e riaprirlo in seguito. A preoccupare è infatti il contagio della donna e del medico: i primi a venire contagiati al di fuori  dalle stanze del padiglione Jona del Civile che da domenica 23 febbraio ospitano gli otto veneziani ricoverati per coronavirus. La decisione di chiudere per sanificare sarebbe dovuta anche alla difficoltà di individuare la fonte di contagio della donna, che poi ha passato il Covid-19 al medico, proprio per la tipologia di ricovero prevista dalla Psichiatria. Ciò che sembra certo è che la paziente non è entrata in contatto con gli anziani contagiati da coronavirus.

LE ALTRE STRUTTURE
Difficile quindi la gestione di un'emergenza che si fa giorno per giorno più stringente. Anche a fronte della continua assenza del personale medico in quarantena perché positivo al tampone o in isolamento fiduciario perché - pur negativo - è entrato in contatto con i contagiati. Per quanto riguarda l'ospedale Civile c'è ancora sofferenza per turni di lavoro massacranti tra il personale che opera nel week surgery nonostante, dopo la quarantena, stiano rientrando in servizio diversi infermieri e operatori. Venticinque, a ieri, i posti letto del padiglione Jona, a funzione ridotta, mentre per oggi è attesa la riapertura di un'altra ala destinata a portare con sé la disponibilità di una decina di letti.

Clima d'attesa anche per l'ospedale di Dolo dove più voci si sono inseguite sulla possibile apertura del 6° piano per posti letto da destinare a pazienti contagiati: al momento si tratterebbe solo di un'ipotesi data l'assenza di organico per gestire il reparto e sperando che il contagio rallenti. Rimangono chiusi invece Rianimazione e Punto Nascita: riapriranno al rientro dalla quarantena degli anestesisti, forse sabato. A Mirano con il rientro alla spicciolata di sanitari - dopo il periodo di isolamento - restano aperti il day surgery solo per piccoli interventi e Medicina, ma solo con 12 letti.

LE MASCHERINE

Tra i temi principali, l'uso delle mascherine, come sottolinea Daniele Giordano di Fp Cgil: «Permane l'incertezza sull'utilizzo delle protezioni che dovrebbe essere confermata da disposizioni della Direzione sanitaria. Auspichiamo che i pochi giorni restanti confermino la negatività dei lavoratori in quarantena per poter far rientrare un numero importante di lavoratori senza i quali le strutture non possono reggere». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino