Coronavirus, terapia sperimentale con il plasma degli ex malati su 11 pazienti a Padova I primi risultati

Coronavirus, a Padova 11 pazienti curati con il sangue degli ex malati I primi risultati
Coronavirus, ricerca. L'Azienda Ospedaliera di Padova ha avviato la terapia sperimentale con il plasma di persone guarite dal Coronavirus su 11 pazienti. I primi risultati...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Coronavirus, ricerca. L'Azienda Ospedaliera di Padova ha avviato la terapia sperimentale con il plasma di persone guarite dal Coronavirus su 11 pazienti. I primi risultati sono confortanti: «Alcuni pazienti sono migliorati e sono stati dimessi dalla terapia sub-intensiva, nessuno è peggiorato, altri si sono stabilizzati e stiamo valutando se procedere con un secondo ciclo della terapia», spiega Giustina De Silvestro, responsabile del Centro trasfusionale.


«Non abbiamo nemmeno dovuto cercare i donatori - ha proseguito De Silvestro - perché l'iniziativa ha raccolto subito l'adesione spontanea di tanti ex malati». L'operazione si chiama aferesi, richiede 2-3 donatori per paziente e dura circa mezz'ora.

«Il sangue - spiega De Silvestro - viene prelevato da un separatore cellulare, che raccoglie il plasma e infonde la componente ematica al paziente. Per tutelare il donatore, il prelievo non comprende globuli rossi e bianchi né piastrine. Inoltre l'inattivazione dei patogeni blocca tutti i residui batterici e virali. Nelle prossime settimane continueremo a raccogliere e conservare il plasma, così saremo pronti - conclude - a eseguire nuove terapie nella fase della convivenza col virus».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino