La didattica a distanza di Marco: «Taglio l'erba con il tablet sul trattore»

Marco Fortini
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VILLORBA - Le Olimpiadi della didattica a distanza hanno un unico vincitore. Si chiama Marco Trentin, ha 18 anni e fa lezione sul trattore."Così unisco l'utile al dilettevole". Nessun dubbio sul dilettevole. Azienda agricola e studio: così è cresciuto questo studente del Cerletti di Conegliano. Che durante la quarantena ha escogitato un modo geniale per unire gli ambiti e recuperare tempo utile. La mattina, in questi due mesi, la sveglia suona anche prima del solito. Dopo colazione Marco si prepara. E, tablet sotto braccio, si avvia alle lezioni su piattaforma. Monta in sella a John Deere, Same, Toro (nomi di conosciute marche di macchine agricole) e mette in moto. Mentre i compagni reggono la testa ciondolante sui gomiti, Marco sfreccia tra l'erba. La prof spiega italiano o produzione vegetale. Lui segue i comandi della macchina e ascolta.


LA DECISIONE
Quando, a inizio pandemia, le scuole hanno cercato di attivare immediatamente la didattica a distanza, immaginavano gli studenti immersi nel silenzio delle proprie stanze. Al massimo con il telefonino di fianco per qualche whatsapp silenziato. Non avevano fatto esattamente i conti con la creatività di alcuni. E-learning in vigna o in stalla? Può essere. Ma Marco li ha battuti tutti. Riuscendo a collegare il tablet al trattore. «L'ho incastrato tra le leve dei comandi e il vetro laterale». Quindi con cuffia e schermo a lato può seguire le spiegazioni mentre lavora nel campo. «La mia famiglia ha un'azienda agricola alle porte di Treviso - spiega il ragazzo - si chiama "Il filo verde" e produce tappeto erboso a rotoli e noci». Sul trattore trascorre circa 8 ore al giorno. «Di solito, durante le lezioni, zollo il tappeto erboso, effettuo sfalci, sono impegnato nell'irrigazione, preparazione terreno per letto di semina».

IL CONFRONTO

Diversamente dai coetanei, Marco non conosce la noia. «Sono felice di fare il contadino, mi piace il lavoro in azienda e nessuno mi ha obbligato. Cerco di mantenere l'equilibrio tra lavoro e studio». L'altro giorno un compagno è stato interrogato sul Risorgimento. Marco ha seguito tutto dal fido trattore. Il vero tocco da fuoriclasse sarebbe farsi interrogare proprio là, a oltre un metro da terra. Ma il diciottenne è prudente: «Evito di sfidare la sorte, soprattutto con l'inglese in cui non sono certo un mago, meglio stare tranquillo e farmi interrogare in casa. Non vorrei strafare» sorride. L'autarchia bucolica di Marco sembra perfetta: si rende utile e in più impara. Un idillio da Georgica virgiliana? «Francamente mi sono un po' rotto. Alla fine sono solo tutto il giorno. Mi mancano i compagni e - mai avrei pensato di dirlo, conclude sorridendo - i professori». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino