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VENEZIA - La vedova di Ivan Busso - 42enne morto di Covid il 1. gennaio - vuole capire se al marito, contagiato dal Covid, sia stata in realtà fatale l’infezione batterica contratta all’ospedale di Dolo. Il Pm Roberto Terzo, ha aperto un procedimento penale, per ora contro ignoti, disponendo l’autopsia per sabato prossimo 9 gennaio.
Il decesso classificato da Covid dell’appena quarantaduenne di Malcontenta, che peraltro non soffriva di patologie pregresse, all’ospedale dell’Angelo, ha destato sconcerto, sia per l'età, sia perché Busso era conosciutissimo, anche per la particolare attività di falconiere.
L’uomo aveva accusato i primi segni del contagio ad inizio dicembre, con i classici sintomi (febbre alta, tosse e affaticamento respiratorio).
Per contro, tuttavia, i medici non riuscivano ad avere ragione del batterio, nonostante i 7 diversi tipi di antibiotico con cui avevano provato. Finché la situazione è di nuovo precipitata, la saturazione di ossigeno nuovamente crollata e a Natale, l’ultimo giorno in cui la moglie ha potuto sentirlo, si è stati costretti a intubarlo nuovamente.
Inoltre, la vedova chiede di sapere perché si sia deciso di tentare con l’Ecmo, l’ossigenazione extracorporea a membrana, solo il primo gennaio. Per essere aiutata ad avere risposte la donna si è rivolta a Studio3A, società specializzata nel risarcimento danni e tutela dei diritti, e martedì scorso è stato presentato un esposto-querela.
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