Basta file indiane, a Camposampiero la Pentecoste si celebra sotto un tendone

CELEBRAZIONI I volontari della parrocchia hanno allestito un tendone per ospitare i fedeli
CAMPOSAMPIERO - Non più messe sotto il sole cocente e in piedi in fila indiana nel campetto a fianco della chiesa di San Marco. In questi giorni i volontari della...

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CAMPOSAMPIERO - Non più messe sotto il sole cocente e in piedi in fila indiana nel campetto a fianco della chiesa di San Marco. In questi giorni i volontari della parrocchia hanno allestito un tendone per dare riparo ai fedeli che parteciperanno alle messe festive di questa sera, sabato 30 maggio, alle 18.30 e di quelle di domani, domenica 31 maggio, alle 9, 11 e 18.30. Inoltre ci si potrà sedere su comode sedie di colore blu che verranno igienizzate alla fine di ogni celebrazione. La copertura del campetto che potrebbe ospitare circa 150 persone è offerta in prestito dalla Pro loco cittadina, considerato il fatto che tutte le tensostruttura non sono al momento utilizzabili visto che tutte le manifestazioni pubbliche sono sospese o rinviate a data da destinarsi.

«Proponiamo ai parrocchiani un nuovo modo di vivere la nostra chiesa - spiegano i rappresentanti del consiglio pastorale - questa novità dà la possibilità a quante più persone possibili di partecipare in tranquillità e serenità alle funzioni religiose che, salvo maltempo, si svolgeranno sempre all’aperto». Domenica scorsa durante la messa delle 11 una ragazzina si è sentita male sotto il sole. Fortunatamente l’adolescente, accompagnata da un genitore, si è subito ripresa dopo un bicchiere d’acqua ma tra i responsabili della pastorale della parrocchia guidata da 28 anni da don Bruno Bevilacqua la risposta è stata immediata.
QUATTRO CELEBRAZIONI
Tra oggi e domani, domenica di Pentecoste, le messe raddoppiano a San Marco da due a quattro. Domenica scorsa le centinaia di fedeli che hanno partecipato alle messe, nonostante le oggettive scomodità climatiche, sono rimaste molto contente per aver ricevuto la comunione dopo tre mesi di “pausa forzata” per il Covid-19. Le persone si sono sentite al sicuro e protette: all’unico ingresso dal cancelletto davanti al pronto soccorso dell’ospedale i volontari della liturgia, che indossavano un fazzolletto arancione e una mascherina d’ordinanza, hanno misurato la febbre a tutti e consegnato guanti e mascherine a chi ne era sprovvisto. Ognuno ha raggiunto il posto contrassegnato a terra e tutti sono rimasti fermi senza mai spostarsi fino alla benedizione finale.

La tanto attesa celebrazione, la prima post lockdown, è stata introdotta da una lettera inviata dal vescovo Cipolla al parroco don Bruno e letta all’inizio delle funzioni religiose. I fedeli hanno ricevuto l’ostia sul posto dai ministri dell’eucarestia. Alla fine, stanchi ma felici, tutti i fedeli sono usciti ordinatamente in fila dall’altra parte del campetto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino