COLLE UMBERTO - Avevano deciso di rispondere all’appello del commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri convertendo un ramo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LA RINUNCIA
Con tanta amarezza la Label–Store Industries di Colle Umberto, azienda specializzata nella produzione e lavorazione di accessori per abbigliamento, calzatura e pelletteria con clienti in tutto il mondo, ha rinunciato al progetto e al finanziamento che avrebbe ricevuto dallo Stato di 225mila euro per l’acquisto di due macchinari dedicati. Alla Label–Store produrre una mascherina chirurgica certificata con manodopera italiana e materiale italiano, quello consigliato dal Politecnico di Milano, costa molto di più e avrebbe voluto dire rimetterci. Un costo non sostenibile per l’azienda, tenuto conto che la fornitura allo Stato al momento non ha limiti temporali. Ciò nonostante, la società di Colle Umberto ha deciso di non fermare la produzione di mascherine, avendo già ricevuto varie richieste dall’estero dove potrà piazzarle con un utile irrisorio. «Da marzo – spiegano dalla Label–Store – abbiamo iniziato a convertire un ramo d’azienda per produrre mascherine, attività in conto-lavoro per un’azienda del veneziano che ci forniva il materiale con cui realizzarle. Queste mascherine le abbiamo prodotte con coscienza, con un guadagno di 1 centesimo al pezzo per rispetto dell’emergenza, permettendoci di garantire lavoro ai nostri dipendenti e mascherine per il mercato. Nel frattempo, abbiamo deciso di rispondere al bando di Invitalia, usufruendo degli incentivi Cura Italia e predisponendo un piano di investimenti da 300mila euro per l’acquisto di due macchinari e di materiali dedicati alla produzione di mascherine chirurgiche. La scorsa settimana siamo risultati tra le imprese ammesse all’incentivo, ottenendo 225mila euro a fondo perduto. Saputo però domenica che il prezzo di vendita delle mascherine sarebbe stato di 50 centesimi, con cui non copriamo neanche il costo della manodopera, abbiamo deciso di rinunciarvi: come avremmo potuto far fronte ai costi della manodopera, dei materiali certificati italiani e alla spesa per le certificazioni?».
LE MOTIVAZIONI
Label-Store aveva già preso contatti con fornitori italiani di materiale made in Italy certificato per produrre le mascherine. «I materiali certificati costano anche perché in Italia sono pochi a produrli – annotano -.
Il Gazzettino