VENEZIA Il loro grido d'aiuto non è caduto nel vuoto. La lettera che i detenuti dei carceri di Venezia, Padova e Vicenza hanno rivolto alle massime cariche dello Stato...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Avevano anche criticato come erano stati loro sospesi, nei drammatici giorni del coronavirus, i colloqui con i familiari. «Una visita anche un'ora alla settimana, una parola di conforto di un volontario, un'attività anche se saltuaria, sono piccole cose che ci tengono in vita» avevano detto parlando a nome dei 761.000 detenuti e per le circa 45.000 persone impegnate nella gestione delle 189 carceri. Avevano inoltre dimostrato vicinanza alle famiglie che hanno perso un familiare «noi qui in carcere sappiamo benissimo che cosa voglia dire perdere una persona cara (madre, padre, moglie, figli, fratelli...) senza potergli essere accanto e per molti di noi anche senza potersi recare al funerale». Malgrado le difficoltà i carcerati hanno dimostrato stima per il personale degli ospedali veneti e hanno offerto sostegno attraverso una colletta e prestando lavoro nei cup.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino