Coronavirus, otto isolati in baita per fuggire al rischio di possibili contagi

isolati in baita a Piancavallo
PIANCAVALLO - In otto, in alta montagna, per scongiurare il rischio di contrarre il Coronavirus. Non è, però, una storia di fuga non autorizzat, quella che vede...

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PIANCAVALLO - In otto, in alta montagna, per scongiurare il rischio di contrarre il Coronavirus. Non è, però, una storia di fuga non autorizzat, quella che vede per protagonista Riccardo Donò, titolare della Baita Arneri in Piancavallo: assieme alla moglie Katiusha ha invece deciso, con grande generosità e straordinario senso civico, di ospitare in auto quarantena - che all'epoca non era affatto obbligatoria - una parte del personale della struttura ricettiva nel momento in cui la stagione dello sci è stata stoppata per lo scoppio improvviso della pandemia.

LA SCELTA DELLA CLAUSURA
«Mancavano venti giorni alla fine di quella che sarebbe stata la conclusione originaria della stagione invernale - è la premessa del titolare della Baita Arneri -: assieme allo staff avevamo vissuto il famoso assalto di sportivi di domenica 8 marzo e due giorni dopo, quando Promoturismo ha chiuso gli impianti, ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso di restare assieme per almeno due settimane, così da evitare qualsiasi rischio per le persone che, se fossimo scesi a valle, avremmo incontrato». Del resto le condizioni per questa scelta erano ideali: grande disponibilità di alloggi a parte, prevedendo di dover lavorare fino al 31 marzo avevano magazzino e dispensa pieni. «Abbiamo fatto un sondaggio tra i nostri collaboratori e, all'unanimità, si è votato per stare quassù. Trascorse le canoniche due settimane senza che nessuno di noi avesse sintomi - spiega Riccardo Donò - abbiamo nuovamente scelto di stare insieme fino a quando cesseranno definitivamente le limitazioni del Governo. Adesso sappiamo di essere in ottima salute e scendendo andremmo soltanto incontri a inutili rischi».
IL PARADISO A PIANCAVALLO
«Quassù, onestamente, viviamo in un Paradiso, immersi nella neve (scesa già due volte da quando gli impianti sono chiusi), e nella natura - prosegue il titolare della Baita -. Ci siamo sacrificati per la tutela della salute pubblica nelle prime due settimane, ma ora penso ci invidino in tanti. Da qui mandiamo il nostro messaggio di solidarietà più affettuoso a quanti stanno facendo i salti mortali nelle strutture sanitarie: noi abbiamo soltanto potuto stare a casa, come richiesto».
DUE CAMERIERE PUGLIESI
Tra i collaboratori rimasti in quota ci sono anche due cameriere stagionali pugliesi: se la loro storia arriverà alle orecchie del governatore Michele Emiliano meriteranno un encomio, visto il disperato appello che lanciò all'epoca a non tornare a casa, rivolgendosi ai viaggiatori dei treni carichi di lavoratori che tornavano al Sud per il confinamento, che interessò nei primi giorni solo le regioni del Nord. Donò tiene a ribadire che il gruppo non ha fatto nulla di speciale, se non rispettare le disposizioni delle autorità. Verissimo, ma se tutti avessero dimostrato questa attenzione alla salute pubblica, l'uscita dalla pandemia per il Paese sarebbe ben più vicina rispetto a quanto non lo sia oggi. Senza contare che i bilanci si fanno soltanto a consuntivo: facile immaginare la preoccupazione del gruppo se qualcuno dei componenti avesse avvertito nel frattempo dei sintomi di Coronavirus, bloccati in baita, a 1.600 metri (collegati alla pianura solo con la motoslitta) e con la consapevolezza di essere tutti a rischio di contagio.
SPIRITO DI SQUADRA

Spirito di squadra: la lezione che arriva dal Piancavallo. La medesima che hanno messo in pratica anche l'Edelweiss e le Roncjade di Tommaso Borelli e Nadia Miozzo: i titolari hanno dato ospitalità ad alcuni addetti sardi e di altre nazioni europee, che avrebbero incontrato difficoltà a reperire i biglietti aerei per tornare a casa, salvo dover comunque restare nelle rispettive abitazioni per due settimane se anche fossero riusciti a farvi ritorno. Anche in questo caso, allo scattare dei 15 giorni si è scoperto che tutti erano in forma e adesso si attende solo il via libera per scendere in pianura.
Lorenzo Padovan
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Il Gazzettino