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PORDENONE E UDINE - Una settimana fa, solo in provincia di Pordenone, il Dipartimento di prevenzione non sapeva dove sbattere la testa: i contagi erano dappertutto, e un numero spaventava gli esperti. Negli elenchi c’erano circa 860 casi ancora da “interrogare”, contagiati dal Coronavirus ma ancora “sconosciuti” al sistema del monitoraggio. In poche parole, un mezzo disastro, dal momento che il controllo della curva del contagio passerebbe proprio dalla capacità della macchina di tracciare e isolare i casi positivi. Ma da qualche giorno qualcosa è cambiato: il contagio, sia in provincia che nel resto della regione, sembra aver preso la strada della diminuzione: lo si evince sia dai numeri “grezzi” che dalla percentuale dei tamponi positivi trovati sul territorio. E proprio grazie a questa tendenza, è ripresa l’attività più importante che in estate ha tenuto al sicuro il sistema: il tracciamento dei contatti.
LA SVOLTA
Effetto delle rigide misure di Natale? L’Istituto superiore di sanità l’aveva pronosticato. «La riduzione dei contagi la si vedrà dal 15 gennaio - aveva spiegato il friulano Silvio Brusaferro - non prima».
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Il Gazzettino