Coronavirus, da quattro giorni la curva dei contagi è in discesa: si può riprendere il tracciamento e "braccare" il virus

Martedì 19 Gennaio 2021 di Marco Agrusti

PORDENONE E UDINE - Una settimana fa, solo in provincia di Pordenone, il Dipartimento di prevenzione non sapeva dove sbattere la testa: i contagi erano dappertutto, e un numero spaventava gli esperti. Negli elenchi c’erano circa 860 casi ancora da “interrogare”, contagiati dal Coronavirus ma ancora “sconosciuti” al sistema del monitoraggio. In poche parole, un mezzo disastro, dal momento che il controllo della curva del contagio passerebbe proprio dalla capacità della macchina di tracciare e isolare i casi positivi. Ma da qualche giorno qualcosa è cambiato: il contagio, sia in provincia che nel resto della regione, sembra aver preso la strada della diminuzione: lo si evince sia dai numeri “grezzi” che dalla percentuale dei tamponi positivi trovati sul territorio. E proprio grazie a questa tendenza, è ripresa l’attività più importante che in estate ha tenuto al sicuro il sistema: il tracciamento dei contatti. 
LA SVOLTA
Effetto delle rigide misure di Natale? L’Istituto superiore di sanità l’aveva pronosticato. «La riduzione dei contagi la si vedrà dal 15 gennaio - aveva spiegato il friulano Silvio Brusaferro - non prima».

E sta andando esattamente così anche in Fvg. È vero che gli incontri durante le feste hanno generato dei focolai familiari, ma lo è altrettanto il fatto che sul territorio (quindi fuori dai contesti domestici) la diffusione ora sembra in frenata. «I focolai - ha spiegato infatti il numero uno della task force regionale, il professor Fabio Barbone - sono più piccoli rispetto a quelli del recente passato». E tutto questo si traduce in una maggior facilità nell’opera di tracciamento dei contatti avuti dai pazienti positivi. L’analisi è supportata anche dai numeri, che testimoniano come ora il lavoro dei dipartimenti sia praticamente in pari, e non più in costante ritardo sulla corsa del virus sul territorio. Ieri, infatti, la squadra di esperti di Pordenone, guidata dal direttore Lucio Bomben, aveva “solo” 218 positivi da “interrogare”, cioè persone già isolate in quanto contagiate ma non ancora ascoltate per capire la rete di contatti avuti nei giorni precedenti. Si tratta del ritardo di un giorno, e non più di una settimana. È un dettaglio fondamentale. E lo stesso trend lo si può vedere nelle altre Aziende sanitarie. Un lavoro importante è svolto anche dai medici di base, che stanno contribuendo in misura maggiore all’individuazione dei contatti dei loro pazienti positivi. Migliora anche la quota totale di contagi su cui avviene il tracciamento: ora è al 93,7 per cento. E scendono anche i casi con trasmissione non nota: erano 2.532 la scorsa settimana, sono stati 2.023 in questa. 

Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 18:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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