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Vaccini anti-Covid: dalla prossima settimana toccherà ai trevigiani tra i 50 e i 59 anni. È questo il programma indicato dall’Usl della Marca. La maxi campagna sta procedendo su più fronti. Alla fine di aprile sono state aperte le porte alle persone tra i 60 e i 69 anni. Le tabelle dicono che è già stato vaccinato un terzo degli oltre 100mila ultrasessantenni residenti in provincia. Dopo il primo assalto, però, la corsa ha iniziato a rallentare. L’azienda sanitaria ha messo a disposizione 41mila appuntamenti per gli over 60 nel corso di questa settimana. E solo poco più della metà è stata prontamente occupata. Ci sono ancora molti posti liberi. Da qui la decisione di guardare subito ai 140mila trevigiani tra i 50 e i 59 anni, in modo da scongiurare eventuali situazioni di stallo. Non si vuole perdere tempo. Tanto più che adesso la consegna delle dosi è diventata più regolare. Nell’ultimo periodo l’Usl è tornata a una media di 7mila cittadini vaccinati al giorno, con punte di quasi 9mila. «Con questa progressione, siamo convinti che entro il 10 maggio chiuderemo la classe 60-69 anni -spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’azienda sanitaria- per poi passare ai trevigiani tra i 50 e i 59 anni». Cioè dall’inizio della settimana prossima, appunto. Ovviamente non ci sono scadenze: si continuerà in parallelo con le varie classi di età. Anche perché bisogna stare attenti a non lasciare indietro troppe persone.
NUOVO VAX DAY
Lo conferma l’andamento delle vaccinazioni tra gli over 70. La copertura è arrivata a sfiorare il 76%. Ma ora latita. Serve un colpo di reni per arrivare a superare almeno la quota dell’80%. Guarda in questa direzione il vax-day a libero accesso organizzato per domani, senza bisogno di prenotazioni, dedicato ai trevigiani tra i 70 e i 74 anni. «Sono quelli che fino ad ora hanno risposto di meno» rivela il direttore generale. Domani i cittadini nati nel 1947, 1948, 1949, 1950 e 1951 potranno presentarsi ai centri vaccinali di riferimento, a seconda del comune di residenza, seguendo l’orario scaglionato in base al mese di nascita (dalle 8 alle 9 i nati in gennaio, dalle 9 alle 10 quelli di febbraio e così via). «Puntiamo a salire verso una copertura dell’85% tra i settantenni -è l’obiettivo fissato da Benazzi- sarebbe un ottimo risultato».
ATTRITI E POLEMICHE
Da metà maggio, inoltre, le persone con più di 60 anni, senza patologie, potranno essere vaccinate anche in farmacia. Ci sono già 175 farmacisti trevigiani pronti a partire, sulle base dell’accordo nazionale recepito dal Veneto. Proprio questo, però, ha fatto saltare il banco con i medici di famiglia. Dopo gli over 80, l’Usl sperava che potessero andare a vaccinare a domicilio i 70enni che non possono muoversi di casa. Ma i sindacati trevigiani dei camici bianchi per ora hanno chiuso. La Fimmg è stata netta. E lo Snami è sulla stessa posizione. «Siamo assolutamente stanchi di essere considerati i tappabuchi del sistema e non vogliamo essere considerati la ruota di scorta dei farmacisti, in un’attività tra l’altro prettamente medica -tira le fila Salvatore Cauchi, medico di famiglia di Pieve di Soligo, segretario dello Snami Veneto- ci asterremo da qualsiasi attività vaccinale fino a quando l’assessore regionale alla Sanità non ci convocherà per un incontro chiarificatore».
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