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La visita della professoressa Tacconelli a Marghera durante il consueto punto stampa del governatore è stata l'occasione per chiarire alcuni aspetti del coronavirus, di come si sviluppa la malattia, di come stanno procedendo le sperimentazioni. E di un convincimento e un auspicio che l'esperta ha rivelato: «Spero che non ci sarà una seconda ondata, nella mia testa la data fondamentale è il 14 giugno». Cioè quattro settimane dopo la riapertura pressoché totale di tutte le attività.
L'INVITO
È per questo che, pur rendendo noti gli sviluppi dei vari studi, dal Solidarity con gli antivirali all'Arco con l'Avigan che inizierà oggi in Azienda ospedaliera di Verona e nell'Ulss 9 Scaligera, la professoressa Tacconella ha voluto puntualizzare: «Allo stato attuale una terapia per sconfiggere il coronavirus non esiste, rimane essenziale la prevenzione». E i giovani, in questo, sono fondamentali perché, come ha sottolineato l'esperta, sono «un veicolo di trasmissione». Non si ammalano, o raramente, ma diffondono il contagio. Ecco perché il rispetto delle regole, mascherine e distanziamento sociale, resta fondamentale.
I PROBLEMI
Tra le conseguenze del Covid-19 ci sono gli strascichi psicologici: «Chi è stato ricoverato in terapia intensiva ha una grande difficoltà a reinserirsi nella vita sociale, ha paura di addormentarsi e avere una carenza di ossigeno». La professore Tacconelli ha sottolineato anche un'altra particolarità di questa malattia: è multiorgano, colpisce cioè più organi e in alcuni pazienti «ha avuto effetti devastanti». Dopodiché è ormai acclarato che colpisce principalmente i maschi sopra i 60 anni e ancor più sopra i 75. E se adesso, dai dati di Azienda Zero, le donne risultano essere la fascia di popolazione più colpita dal punto di vista dei contagi, una spiegazione c'è: avendo incrementato i tamponi nelle case di riposo anche tra il personale, c'è stata una impennata di casi positivi perché i dipendenti sono per la maggior parte donne.
Un dato positivo riferito dalla dottoressa Tacconelli riguarda invece le recidive: anche se alcuni pazienti estremamente gravi sono ricoverati da 8-9 settimane, non risultano casi di reinfezione. Ma buona parte dell'epidemia è ancora oggetto di studio: c'è da capire perché ci sono trasmissioni prolungate, quando non si è più contagiosi. Ma, soprattutto, bisogna scoprire la terapia giusta per guarire.
Intanto, da Brescia, è arrivata una notizia positiva: è stata isolata una variante del virus più buona, più attenuata. Potrebbe essere il futuro dell'evoluzione del Covid-19?
Al.Va.
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Il Gazzettino