Allarme coronavirus: gli alpini bellunesi attivi negli aeroporti

La squadra sanitaria degli alpini Ana di Belluno all'aeroporto di Orio Al Serio
L’emergenza Coronavirus è materialmente visibile nei nostri aeroporti dove transitano viaggiatori sui voli internazionali che debbono essere sottoposti ad...

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L’emergenza Coronavirus è materialmente visibile nei nostri aeroporti dove transitano viaggiatori sui voli internazionali che debbono essere sottoposti ad accertamento sanitario circa le loro condizioni di salute. Nei vari scali è operativa una consistente task force di controllo sanitario che deve far fronte ad un transito assai sostenuto. Ad esempio, basti pensare che, solo nei primi nove mesi del 2019, a Roma Fiumicino sono transitati 33.622.075 passeggeri, mentre a Milano Malpensa, dopo la chiusura di Linate, ne sono transitati 21.957.430. Al terzo posto c’è l’aeroporto di Orio al Serio con 10.493.185 passeggeri transitati nei primi nove mesi del 2019 e proprio nello scalo bergamasco in questi giorni è operativo un presidio dell’Associazione nazionale alpini che ha messo sul campo i suoi volontari della Sanità Alpina-Ospedale da campo A.N.A., come richiesto dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile. Va ricordato, infatti, che la sede direttiva della Sanità Alpina-Ospedale da campo è nella stessa Bergamo, mentre la sede stanziale si trova presso il 3° Raggruppamento Sostegno Aviazione dell’Esercito ”Aquila” in via Cavour a Orio al Serio. Oltre al personale specialistico del ramo sanitario, con medici, infermieri e generici, sono impegnati anche gli addetti delle squadre logistiche dell’Associazione che garantiscono il servizio di vitto e alloggio ad una quarantina di volontari ogni giorno. Ad Orio al Serio si parla anche bellunese, poiché da parecchi giorni sono in servizio i volontari a turno della squadra sanitaria del nucleo di Protezione civile della Sezione A.N.A. di Belluno.

I VOLONTARI

«Siamo presenti a turno - ricorda uno di loro - al controllo dei due varchi di sbarco. Presente con noi c’è sempre anche un medico. Il nostro compito è quello di controllare con il termoscanner la temperatura corporea del passeggero. La soglia di sicurezza è stata fissata a 37,5°, ma se essa viene oltrepassata le direttive impartiteci ci obbligano a far entrare il passeggero in un’ulteriore area di estrema sicurezza. Da quel momento scattano ulteriori meccanismi di controllo sanitario e di più accurata indagine e approfondimento per accertare quale sia la causa dello stato febbrile denunciato dal soggetto. Come si può capire agiamo in situazione estremamente delicata dove la prudenza non è mai troppa, anche se siamo debitamente equipaggiati e protetti. Per noi si tratta di una nuova emergenza, ma possiamo dire che alle emergenze siamo abituati e la affrontiamo con il consueto spirito di servizio in favore della collettività». Viene ricordato, infatti, nella sede sezionale cittadina di via Tissi 10, che si tratta di volontari addestrati e preparati a qualsiasi evenienza, dai terremoti alle alluvioni. Però ammettono che per il Coronavirus la situazione è diversa, poiché si tratta di un’emergenza che va direttamente ad interessare la salute degli stessi operatori oltre che di qualsiasi cittadino. «Ancora una volta i volontari con la penna nera hanno risposto subito: “Presente!”, sottolinea Angelo Dal Borgo in queste settimane giunto alle ultime battute del suo ruolo di presidente sezionale che avrà termine nella prossima assemblea di domenica 1° marzo. E aggiunge: «Non posso che ringraziare i miei bravi volontari per quanto stanno facendo. Chiudo il mandato di presidente consapevole di lasciare nella mia Sezione un corposo nucleo di Protezione Civile altamente specializzato ed efficiente».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino