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CORNUDA - Entusiasti dell’esperienza che stanno vivendo, desiderosi di imparare, commossi dall’affetto che arriva dal trevigiano. Così appaiono, il giorno dopo il primo live di “X Factor” dove hanno proposto il loro inedito, Valencia (che compare su Spotify e gli altri store digitali all’interno di “X factor mixtape vol.2”), i Bengala Fire, il gruppo rock di musicisti di Cornuda entrati fra i dodici finalisti della celebre gara musicale di Sky. Una vera band di amici, unita anche nel raccontarsi e raccontare, senza sovrapposizioni o dissonanze. Identica, nella sostanza e negli obiettivi di vita, a quella che è partita da Cornuda. Cresciuta però dal punto di vista professionale. «Abbiamo ancora l’adrenalina dell’altra sera-dice Mattia Mariuzzo, detto Mario- Siamo assolutamente soddisfatti e contenti. Di solito, nelle prove dai di più che nell’esibizione. Invece siamo convinti di aver dato, quando abbiamo proposto Valencia, il 100% o anche di più».
I COMPLIMENTI
Dopo l’esibizione, dai giudici sono piovuti complimenti. «Ci aspettavamo che i giudizi sarebbero stati buoni. Ci ha colpito però il commento di Mika (l’unico a bocciarli alle auditions e giovedì invece positivo): ci siamo tolti un bel sassolino...».
LA NEW ENTRY
E Davide Bortoletto (Borto) precisa: «È una delle esperienze più belle e formative della mia vita». Un’esperienza che per Alexander (Lex), batterista di Castelfranco che si è unito agli altri tre poco prima “X Factor”, ha un sapore particolare. «Era un momento di tabula rasa -dice- mi ero appena mollato con la ragazza con cui stavo da anni, il lavoro andava così così, non c’erano concerti. Il mio vuoto è stato riempito da questi ragazzi». Che sentono, a distanza, tutto il calore della provincia. «Ci arrivano cose bellissime dai luoghi che frequentiamo abitualmente, come la birreria Vecchia Posta di Cornuda dove andiamo dalle quattro alle sette volte a settimana. Ma lo stesso vale per le varie attività di Cornuda o per il Mattorosso di Montebelluna, che per noi è stato importantissimo». Sì perché loro, come emerge chiaramente da ogni particolare, compreso lo spiccato accento veneto che hanno quando parlano («ne andiamo fieri, altrimenti non saremmo noi»), sono nati e cresciuti nella Pedemontana. Fino alla partenza per Milano. E se qualcuno pensa che il racconto della trippa e vino degustati a colazione sia un elemento leggendario introdotto da Manuel Agnelli si sbaglia di grosso. Perché ogni primo sabato del mese i Bengala vanno puntualmente a fare colazione al Dam bar di Cornuda. Menù? Trippa e vino rosso.
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