La band trevigiana dei Bengala Fire a X Factor: «Qui per imparare e metterci in mostra»

I Bengala Fire
CORNUDA - Entusiasti dell’esperienza che stanno vivendo, desiderosi di imparare, commossi dall’affetto che arriva dal trevigiano. Così appaiono, il...

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CORNUDA - Entusiasti dell’esperienza che stanno vivendo, desiderosi di imparare, commossi dall’affetto che arriva dal trevigiano. Così appaiono, il giorno dopo il primo live di “X Factor” dove hanno proposto il loro inedito, Valencia (che compare su Spotify e gli altri store digitali all’interno di “X factor mixtape vol.2”), i Bengala Fire, il gruppo rock di musicisti di Cornuda entrati fra i dodici finalisti della celebre gara musicale di Sky. Una vera band di amici, unita anche nel raccontarsi e raccontare, senza sovrapposizioni o dissonanze. Identica, nella sostanza e negli obiettivi di vita, a quella che è partita da Cornuda. Cresciuta però dal punto di vista professionale. «Abbiamo ancora l’adrenalina dell’altra sera-dice Mattia Mariuzzo, detto Mario- Siamo assolutamente soddisfatti e contenti. Di solito, nelle prove dai di più che nell’esibizione. Invece siamo convinti di aver dato, quando abbiamo proposto Valencia, il 100% o anche di più».

I COMPLIMENTI

Dopo l’esibizione, dai giudici sono piovuti complimenti. «Ci aspettavamo che i giudizi sarebbero stati buoni. Ci ha colpito però il commento di Mika (l’unico a bocciarli alle auditions e giovedì invece positivo): ci siamo tolti un bel sassolino...». Fra l’altro, al giudice è piaciuta soprattutto la trasformazione di Mattia, che si è preso ripetutamente del «figo»: «In realtà sono assolutamente come prima -ride il frontman - tranne il fatto che mi hanno vestito bene». E Andrea Orsella detto Orso si associa: «Sentiamo di aver imparato tantissimo, ma siamo determinati a rimanere sempre noi stessi senza montarci la testa. Non ci siamo snaturati, piuttosto ci hanno valorizzato». Come si è visto benissimo giovedì quando Valencia, che racconta di una ragazza di cui Mattia si innamora ma con la quale non riesce a parlare perché timido (e lo è davvero, ndr), ha infiammato lo studio. Peccato che al termine il voto da casa non abbia particolarmente premiato i Bengala. «Ovviamente ci piacerebbe andare avanti -dicono- e per questo voti ed ascolti sono importanti, anche perché la prossima settimana ci sarà la prima eliminazione. Ma siamo qui per imparare, divertirci e anche, ovviamente, metterci in mostra». In un contesto che sentono congeniale. «È bello vedere l’integrazione che c’è. In particolare abbiamo fatto amicizia con un altro gruppo, i Westfalia, ma ci sentiamo tutti sulla stessa barca. In qualche momento sembra di essere al campo scuola o in gita scolastica, con noi che scherziamo e i prof che ci dicono “no qua, no là, attenti alle mascherine».

LA NEW ENTRY

E Davide Bortoletto (Borto) precisa: «È una delle esperienze più belle e formative della mia vita». Un’esperienza che per Alexander (Lex), batterista di Castelfranco che si è unito agli altri tre poco prima “X Factor”, ha un sapore particolare. «Era un momento di tabula rasa -dice- mi ero appena mollato con la ragazza con cui stavo da anni, il lavoro andava così così, non c’erano concerti. Il mio vuoto è stato riempito da questi ragazzi». Che sentono, a distanza, tutto il calore della provincia. «Ci arrivano cose bellissime dai luoghi che frequentiamo abitualmente, come la birreria Vecchia Posta di Cornuda dove andiamo dalle quattro alle sette volte a settimana. Ma lo stesso vale per le varie attività di Cornuda o per il Mattorosso di Montebelluna, che per noi è stato importantissimo». Sì perché loro, come emerge chiaramente da ogni particolare, compreso lo spiccato accento veneto che hanno quando parlano («ne andiamo fieri, altrimenti non saremmo noi»), sono nati e cresciuti nella Pedemontana. Fino alla partenza per Milano. E se qualcuno pensa che il racconto della trippa e vino degustati a colazione sia un elemento leggendario introdotto da Manuel Agnelli si sbaglia di grosso. Perché ogni primo sabato del mese i Bengala vanno puntualmente a fare colazione al Dam bar di Cornuda. Menù? Trippa e vino rosso.

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Il Gazzettino