Ordine del giorno contro i genitori gay: minacce al consigliere comunale

Polemiche sull'ordine del giorno di un consigliere comunale a Trento
TRENTO - Gli omosessuali siano liberi di manifestare la loro affettività. Ma non crescano figli. per i bambini ci vogliono mamma e papà: una donna e un uomo. È la sostanza di...

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TRENTO - Gli omosessuali siano liberi di manifestare la loro affettività. Ma non crescano figli. per i bambini ci vogliono mamma e papà: una donna e un uomo. È la sostanza di un ordine del giorno presentato da un consigliere comunale di Trento, Claudio Cia (Civica Trentina), che gli è costato una serie di minacce.




Racconta di averle ricevute non appena si è diffusa la notizia delle sue affermazioni. Arcigay e Famiglie Arcobaleno-Associazione genitori omosessuali hanno commentato intanto con sdegno il suo documento. L'ordine del giorno, dal titolo "Save the children! I diritti dei bambini non sono quelli delle coppie gay", era inserito tra gli argomenti della seduta del Consiglio comunale di ieri, ma per ragioni di tempo la trattazione è slittata di 15 giorni, così come per altri argomenti.



«Quando sono uscito - spiega il consigliere - tre persone mi hanno fermato per strada, senza farmi del male fisicamente, ma di fatto impedendomi di proseguire a camminare. Ho avuto per la prima volta davvero paura. Mi hanno dato dell'omofobo e del fascista e mi hanno minacciato. Mi chiedo se si debba avere paura di esprimere pubblicamente il proprio pensiero. Sono andato dalla polizia a sporgere denuncia. Anche via Facebook sono stato minacciato, con messaggi privati. Eppure ho detto chiaramente che i gay devono essere liberi di manifestare la loro affettività. Voglio solo tutelare i bambini».



La notizia dell'ordine del giorno, presentato dal consigliere con altri colleghi della minoranza di centrodestra, intanto ha visto l'immediata reazione dell'organizzazione Save the Children, che precisa di essere «completamente estranea alla mozione-ordine del giorno» in questione e «chiede pertanto che venga evitata in futuro ogni possibile confusione o strumentalizzazione derivante da un utilizzo improprio del nome dell'Organizzazione».



Nel merito, «incredulità e profondo sdegno» sono stati manifestati dalle Famiglie Arcobaleno-Associazione genitori omosessuali. «Ci auguriamo - hanno detto - che il Comune di Trento, peraltro iscritto alla rete Ready (la Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), e i suoi rappresentanti istituzionali accolgano questa richiesta con un'opposizione ferma e sdegnata». Non è mancato poi il commento dell'Arcigay, che ha parlato di «una mostruosa richiesta con argomentazioni surreali, che addirittura disconoscono il rapporto tra genitore e figlio in caso di genitori omosessuali».
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Il Gazzettino