Molestie sulla baby sitter, la Corte dice no all'estradizione del veronese

Molestie sulla baby sitter, la Corte dice no all'estradizione del veronese
VERONA - La corte d'appello di Venezia ha rigettato, in quanto «non sussistono le condizioni», la domanda di estradizione avanzata dalla magistratura brasiliana...

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VERONA - La corte d'appello di Venezia ha rigettato, in quanto «non sussistono le condizioni», la domanda di estradizione avanzata dalla magistratura brasiliana nei confronti di un veronese padre di 4 figli accusato, assieme alla moglie, di presunti maltrattamenti, anche a sfondo sessuale, nei confronti di una baby sitter brasiliana che era stata in servizio presso di loro (per i 4 figli della coppia)  prima di essere licenziata e tornare in Patria. I giudici, ricordando che nei confronti della coppia è in corso un procedimento penale in Italia, rilevano che sussistono «varie ragioni ostative» alla consegna dell'uomo - la posizione della moglie italo-brasiliana era stata rifiutata dal ministro della giustizia Orlando - a partire dalla cittadinanza italiana. Altra condizione ostativa, sulla base dell'art. 6 del Trattato bilaterale, il fatto che l'estradizione potrà essere rifiutata se il fatto «per il quale viene richiesta - dicono i giudici - è stato commesso in tutto o in parte nel territorio della parte richiesta». Viene infine ricordato che vista la chiusura delle indagini in Italia, «l'esercizio dell'azione penale è imminente». Le ipotesi d'accusa presenti nel procedimento aperto dalla procura veneziana - ricorda il legale della difesa, l'avv. Christian Faccioli - riguardano i maltrattamenti e la riduzione in schiavitù della ragazza.


L'intera vicenda aveva preso avvio nel 2010 con una denuncia presentata dalla coppia nei confronti della ragazza brasiliana che era stata a servizio in casa con compiti anche di baby sitter per i loro 4  figli. L'esposto era stato per maltrattamenti verso i minori. Alcuni anni dopo, si era avuta notizia di una denuncia da parte della giovane, presso le autorità dello stato di Bahia, nei confronti dei due. Nell'estate del 2015 era arrivata alle autorità giudiziarie italiane una richiesta di estradizione per la donna avanzata dalle autorità brasiliane, che aveva avuto il suo corso, e solo un anno dopo era giunta anche quella per il marito.
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Il Gazzettino