Una struttura dedicata al sociale slegata dall'accoglienza di migranti richiedenti asilo per il centro di via Mason a San Quirino. Sarebbe questa una delle possibili...
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LA SVOLTA
Il nuovo bando è stato vinto dalla coop Sviluppo&Lavoro di Belluno, unica ad aver partecipato ma per soli cento posti a fronte dei 500 richiesti dalla Prefettura. Al momento sono 330 i migranti ospitanti nelle strutture di accoglienza straordinaria nel Friuli occidentale. Da ciò nasce l'inghippo per il quale, in attesa di capire cosa accadrà, anche Baobab e tutte le altre coop dell'Ati hanno avuto una proroga di due mesi. Sul futuro della casa di via Mason (dove sono ospitati 18 migranti, quasi tutti pakistani, oltre a un indiano e ad alcuni iracheni) vige un clima di assoluta incertezza. È invece totalmente certo che la coop Baobab è intenzionata a non partecipare più al progetto di accoglienza di migranti. «Noi proveniamo da tutt'altro settore, ci occupiamo di disagio giovanile familiare e continueremo solo su tale fronte. A San Quirino vorremmo portare avanti un altro progetto nel settore sociale. Quattro anni fa aderimmo per rispondere a un'emergenza del territorio provinciale che oggi non c'è», puntualizza e precisa Luca Modolo, presidente di Baobab.
NUOVO ORIZZONTI
La conversione della casa di via Mason in struttura per giovani o per famiglie è una delle opzioni ed è al centro di interlocuzioni tra cooperativa, Comune e Servizi sociali. I prossimi due mesi saranno cruciali per capire se il centro accoglienza di migranti rimarrà a San Quirino ma anche per il destino di questi stranieri che nel caso potrebbero essere trasferiti altrove o decidere di andarsene dall'Italia. «Termina così la nostra esperienza con l'immigrazione, in questi anni abbiamo visto un mondo nuovo e uno spaccato di diverse umanità che ci ha molto arricchito. Abbiamo imparato a lavorare sotto la pressione dell'opinione pubblica - conclude Modolo -. Proseguiremo con le nostre attività, gestiamo una struttura residenziale per maggiorenni a Porcia, ne stiamo per aprire un'altra a Pordenone dove aiutiamo ragazzi con problemi familiari in un percorso di autonomia. E in primavera partirà un altro progetto in zona Maniago con minori».
L'INCHIESTA
La casa di via Mason è stata al centro di alcune polemiche, l'ultima in ordine di tempo lo scorso agosto quando i Carabinieri, durante un blitz con un'unità cinofila, avevano recuperato 20 grammi di hascisc di cui un parte direttamente riconducibili a un 25enne pakistano. Tensioni e malumori verso il centro di accoglienza erano già emersi fin da subito, prima ancora dell'apertura del Centro dall'allora giunta comunale, guida dal sindaco Corrado Della Mattia, e poi in seguito in questi quattro anni per la presenza dei migranti in paese.
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Il Gazzettino