Mirano. Svuota il conto di una cliente e amica, bancaria rinviata a giudizio

TREVISO Una delle filiali di Monte dei Paschi; la bancaria ha lavorato anche a Piombino Dese
MIRANO - Furto e sostituzione di persona per essersi impossessata del denaro di una cliente della banca in cui lavorava, sfruttando il loro rapporto di amicizia. Sono le...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MIRANO - Furto e sostituzione di persona per essersi impossessata del denaro di una cliente della banca in cui lavorava, sfruttando il loro rapporto di amicizia. Sono le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Treviso a carico di Serena Bregolato, quarantaduenne residente a Mirano e all’epoca dei fatti dipendente delle filiali di Treviso e di Piombino Dese del Monte dei Paschi di Siena.  La donna, difesa in aula dall’avvocato trevigiano Guido Galletti, ha sempre respinto ogni addebito, scegliendo di venire giudicata con rito abbreviato.  La sentenza è prevista per il prossimo 15 febbraio. 


LE ACCUSE
Stando a quanto contestato dagli inquirenti, la donna in più occasioni, a cominciare dall’ottobre 2013 e andando avanti fino al luglio del 2018, avrebbe effettuato una serie di bonifici e giroconti di denaro, appartenente alla parte offesa, che si è costituita parte civile con l’avvocato Torquato Tasso per cercare di riavere indietro le somme sparite, per una somma complessiva di circa 30mila euro.  Il tutto, secondo la Procura, abusando non solo della prestazione d’opera (in quanto dipendente dell’istituto di credito in cui la vittima aveva acceso il conto corrente) ma anche con l’aggravante di aver sfruttato il rapporto di amicizia che intercorreva con lei.


IL CAPO D’IMPUTAZIONE


Nel capo d’imputazione formulato dalla Procura di Treviso , si legge inoltre che, oltre al furto di denaro, la quarantaduenne di Mirano si sarebbe resa responsabile del reato di sostituzione di persona inducendo il personale dell’istituto di credito a rilasciare una carta di credito a nome della vittima, presentando documenti della cliente ma facendosi intestare la tessera in modo da poter effettuare pagamenti e, di conseguenza, facendoli confluire nel conto corrente della signora. In questo caso gli importi non sono ancora stati ricostruiti nel dettaglio. Si torna in aula in Tribunale a Treviso fra due settimane per la sentenza: nel caso di condanna l’imputata potrà usufruire dello sconto di un terzo della pena, previsto in via automatica grazie al rito abbreviato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino