A Susegana è guerra a colpi di “radici e fasioi”. A leggerla così potrebbe sembrare una carnevalata, o uno scherzo goliardico, invece è una cosa...
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LA RABBIA
Una cosa seria quindi che non lascia spazi o dubbi sulla volontà del Gran Maestro di tutelare questo gioiello tutto veneto nato esattamente il 22 febbraio del 1999 e riconosciuto a tutti i livelli come Piatto Tradizionale dell’Alto Trevigiano. Ogni anno i venti confratelli di cui si compone la congrega, si incontrano durante il sabato più vicino al 17 gennaio (festa di San Antonio Abate e protettore della congrega, in quanto, nell’iconografia, viene rappresentato con un maialino a fianco). In occasione del ventesimo anniversario dalla fondazione s sono trovati lo scorso anno al castello di San Salvatore a Susegana, dove la principessa Isabella Collalto ha fatto da ambasciatrice aprendo agli iscritti le cantine e i locali del castello per rendere la cosa più ufficiale.
LA DIFESA
«Come detto, la congrega conta venti confratelli e il gran maestro, eletto a vita. Non sono ammesse altre adesioni, ma quando ci ritroviamo per qualche festa o conviviale accettiamo i simpatizzanti e gli amici. Nella congrega per statuto non ci sono donne, tuttavia , le signore che partecipano come simpatizzanti “Le Dame” portano una fascia simile a quella di un sindaco con il logo e i colori della congrega. Le bambine che partecipano si chiamano “Piccole Dame” e i bambini “Discepoli” che portano una pecie di collare con il nostro stemma» continua il signor Antonio. Una cosa seria insomma che passa dalla storia di un piatto che era conosciuto fin dai tempi antichi, da Aquileia a Miane, fino a Combai. «Sulle colline i monaci Benedettini avevano scoperto che i lavoratori che mangiavano radici e fasioi, con la ricetta contenente lardo di maiale con il quale si condiscono i radici, erano più forti e propensi a lavorare duramente- spiega - Ogni anno ci spendiamo per promuovere questo fantastico piatto anche con l’aiuto dei bambini down del centro ADP di Mareno che ci aiutano a servirlo in tavola. Siamo molto attivi nella solidarietà e abbiamo inviato diecimila euro a Padre Martino Corazzin, di Moriago della Battaglia che in Kenia con questi soldi è riuscito a costruire uin villaggio che iniziando dall’asilo arriva fino alle scuole superiori e questo ci rende orgogliosi». Attenzione quindi ai detrattori, e coloro che vorrebbero replicare una istituzione unica al mondo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino