OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
VALDOBBIADENE - La richiesta al Consorzio di tutela del della docg è diretta: «Rispetto della legalità e uso corretto della denominazione “Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”». Non a caso viene annunciata la formale costituzione, al termine della vendemmia, di un comitato che porterà avanti le istanze, a cominciare dalla vigilanza sull’uso del termine “Prosecco” da associare sempre alla dicitura “Conegliano Valdobbiadene” se riferito all’area della docg, fino a quando lo stesso Consorzio e l’associazione Unesco Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene non le avranno recepite. Sono usciti allo scoperto, mettendoci nome e faccia, i 230 firmatari del documento che da alcune settimane sta rendendo a dir poco frizzante il dibattito nel Trevigiano.
Dopo aver incontrato il 30 giugno i vertici del Consorzio (e precedentemente la presidente dell’associazione Unesco Marina Montedoro, «un incontro molto sereno»), ieri a Valdobbiadene i portavoce del gruppo - Loris Dall’Acqua (Col Vetoraz di Valdobbiadene), Stefano Pola (Andreola di Col San Martino), Maurizio Favrel (Malibran di Susegana), Gianfranco Bortolin (Le Bertole di Valdobbiadene) e Francesco Drusian (Drusian di Bigolino – hanno ribadito la richiesta di utilizzare sempre, dalle comunicazioni agli eventi, la denominazione corretta del Conegliano Valdobbiadene.
LE DICITURE
Diciture come “Prosecco marathon”, “Prosecco cycling”, “Prosecco hills”, così come la cartellonistica del Cammino Unesco, devono essere integrate con “Conegliano Valdobbiadene”.
LA FIDUCIA
Venerdì pomeriggio il Consorzio ha inoltrato una comunicazione ai 230 firmatari. «Ma non è una risposta ai nostri quesiti – evidenzia Bortolin –. Attendiamo di sapere qual è la posizione del Consorzio e cosa intende fare rispetto alle questioni sollevate». «La fiducia nei confronti del Consorzio è minima – aggiunge Drusian –, e a garanzia di qualsiasi promessa, verbale o scritta, abbiamo deciso di costituirci in comitato, aperto a tutte le aziende del territorio, che avrà lo scopo di monitorare il corretto uso del nome Conegliano Valdobbiadene segnalando eventuali difformità comunicative». «Non siamo dei guerrafondai – concludono Dall’Acqua e Drusian –, ma persone pratiche che cercano soluzioni. Nessuna diaspora e nessuna nuova denominazione: chiediamo solo legalità ed il rispetto di un territorio per le fatiche dei nostri padri. Le fratture interne non convengono a nessuno».
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino