In alcune regioni le leggi sono state rese disponibili solo attraverso i codici, ed è il caso del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, in altre - specialmente nel Sud -...
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I RICORSI
Molti dei respinti però contestano le bocciature, da qui i ricorsi collettivi promossi dal Codacons a tutela degli esclusi dal concorso per dirigenti scolastici. Un'azione intrapresa a livello nazionale e che coinvolge le regioni del Nordest dove le indicazioni fornite dalle commissioni sono state più restrittive rispetto ad altre regioni d'Italia. Alla base dell'iniziativa ci sarebbero «una serie di irregolarità - spiegano in una nota i ricorrenti - durante lo svolgimento della prova scritta che hanno di fatto danneggiato i partecipanti». A partire dalle decisione diverse da regione a regione sulla possibilità di consultazione dei testi di legge: in alcune regioni, tra cui il Veneto, gli Uffici scolastici regionali hanno dato indicazioni precise su come e dove poter consultare i testi di legge, mentre in altre regioni sono state riscontrate condotte improntate alla libera iniziativa degli addetti alla vigilanza. «Le leggi possono essere consultate, ma una cosa è farlo attraverso i codici che sono ammessi e altra utilizzando i manuali - spiega Franco Conte, referente veneto del Codacons - quindi se i comportamenti sono stati discordanti si possono creare margini di illegittimità».
DUE PESI DUE MISURE
I ricorrenti poi si appellano all'inadeguatezza del software informatico che non aveva la funzione automatica di salvataggio, come avviene in un normale programma di scrittura. Questo ha comportato la perdita di risposte e molti candidati hanno fatto verbalizzare quanto accaduto al momento della consegna delle prove. Infine sostengono che la prova scritta non è stata unica a livello nazionale, contrariamente a quanto previsto dal bando, «creando disparità di trattamento ai danni di quanti hanno svolto prima le prove scritte». Il Tar del Lazio precisa il Codacons «si è già pronunciato in casi analoghi, accogliendo le ragioni dei ricorrenti». Per questo gli esclusi dal concorso si stanno organizzando in un ricorso collettivo al Tar finalizzato a impugnare il decreto Dipartimentale del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca 395 del 27 marzo 2019, recante l'elenco dei candidati ammessi a sostenere la prova orale del corso-concorso nazionale per titoli ed esami finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali. Gli interessati hanno tempo fino al 10 maggio per aderire al ricorso collettivo.
Raffaella Ianuale
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Il Gazzettino