È strage di presidi al concorso: uno su due bocciato allo scritto

È strage di presidi al concorso: uno su due bocciato allo scritto
Il 50% in Friuli Venezia Giulia e addirittura il 40% in Veneto. Queste le percentuali di coloro che sono riusciti a superare la prova scritta del concorso per nuovi dirigenti...

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Il 50% in Friuli Venezia Giulia e addirittura il 40% in Veneto. Queste le percentuali di coloro che sono riusciti a superare la prova scritta del concorso per nuovi dirigenti scolastici. In pratica più di uno su due non ce l'ha fatta. Anche ammesso che tutti coloro che sono riusciti a raggiungere l'orale lo superino, i numeri non sono sufficienti a coprire i posti liberi. Sono infatti 71 in Friuli e 260 in Veneto le scuole attualmente senza guida. Si tratta di istituti che si stanno arrangiando con un preside in reggenza, questo significa che il dirigente oltre alla propria scuola deve seguirne anche una seconda e talvolta pure una terza. Circa metà degli istituti del Nordest è infatti senza il capo.

Una selezione, quella iniziata la scorsa estate, che sta mietendo vittime ad ogni passaggio. Già a partire dai test- preselettivi dello scorso 23 luglio, quando furono bocciati il 62% dei candidati in Veneto e il 55% in Friuli. Una bella sforbiciata, così alla fine coloro che sono riusciti a raggiungere il concorso vero e proprio sono stati 517 in Veneto e 148 in Friuli Venezia Giulia. Ora il nuovo taglio con i respinti allo scritto: quindi sono stati ammessi alle prove orali solo 253 aspiranti presidi in Veneto e 74 in Friuli. Numeri insufficienti a coprire il fabbisogno. Se poi si considera che qualcuno potrebbe non farcela a superare l'orale e che potrebbero aggiungersi i pensionati, i presidi che saranno sfornati da questo concorso sono pochi già in partenza. Ricordiamo, comunque, che il concorso è nazionale e quindi i numeri regionali dei candidati sono stati calcolati sulla base del luogo di residenza e di lavoro. I tanti bocciati sono anche dovuti alla difficoltà delle prove: un concorso per dirigenti richiede infatti competenze complesse e il tutto è reso ancora più difficoltoso dal fatto che un quinto delle prove da sostenere deve essere svolto in inglese.
I NUMERIRicordiamo che ammontano a 600 i posti per dirigenti scolastici in Veneto, di cui 572 per istituti normodimensionati - che contano cioè più di 600 studenti o 400 nei Comuni montani - e 28 sottodimensionati che già in partenza devono accontentarsi di un preside in reggenza. Attualmente mancano 257 dirigenti scolastici nelle scuole normali e 28 negli istituti più piccoli. Quindi alla fine in Veneto allo stato attuale sono liberi 257 posti e 71 in Friuli. Il concorso inizialmente avrebbe previsto anche un tirocinio. Un percorso che però non avrebbe reso operativi i nuovi presidi nemmeno per l'anno scolastico che prenderà avvio a settembre. A dare un'accelerata all'iter è stato lo stesso ministro alla Pubblica istruzione Marco Bussetti che ha garantito che «a settembre i nuovi capi d'istituto saranno nelle scuole; dobbiamo archiviare la pratica delle reggenze: devono essere l'eccezione e non la regola».
Il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale del Veneto Augusta Celada confida sul fatto che tutti i candidati possano superare la prova orale, perché se così fosse l'emergenza nel territorio regionale rientrerebbe. «Se verranno tutti promossi - spiega - riusciamo a coprire quasi per intero i posti finora dati in reggenza che sono 260 nelle scuole normodimensionate».

LA MOBILITAZIONEIntanto proprio ieri i sindacati della scuola - Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda - hanno annunciato lo stato di agitazione. Negli incontri di questi giorni a Napoli, Venezia e Roma hanno chiesto l'apertura di un tavolo di confronto con il governo e ieri è stata inviata la richiesta di conciliazione. Se non riceveranno risposte chiare e certe hanno già detto che proclameranno lo sciopero. Al centro del contendere il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto a dicembre del 2018 puntando ad una rivalutazione delle retribuzioni, la stabilizzazione del lavoro dei precari sia docenti che Ata (bidelli e amministrativi), gli organici commisurati al fabbisogno e contrasto alle ipotesi di regionalizzazione del sistema di istruzione.
Raffaella Ianuale Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino