Concorsi pubblici a pagamento al comune di Treviso: caparra all'iscrizione restituita all'esame

Approvata la delibera di Alessandro Manera, assessore con delega al personale

Concorsi pubblici a pagamento al comune di Treviso
TREVISO - Chi intende partecipare ai concorsi pubblici per essere assunto da Ca' Sugana dovrà versare una caparra di 50 euro all'atto dell'iscrizione. Se il...

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TREVISO - Chi intende partecipare ai concorsi pubblici per essere assunto da Ca' Sugana dovrà versare una caparra di 50 euro all'atto dell'iscrizione. Se il giorno dell'esame si presenterà, il denaro gli verrà restituito. Se invece risulterà assente, perderà anche quanto versato. Lo ha deciso la giunta approvando una delibera proposta da Alessandro Manera, assessore con delega al personale, per mettere fine a un fenomeno che rischia di pesare non poco sulle casse comunali: quelli dei candidati che chiedono di partecipare a una selezione e poi svaniscono. E ogni assenza, a Ca' Sugana, costa. E pure parecchio. L'amministrazione comunale infatti, oltre a trovare ogni volta spazi sufficientemente grandi da ospitare centinaia di persone tutte assieme tenendo conto delle prescrizioni anti-Covid, deve anche affittare computer per tutti, pulire, disinfettare e cablare l'intero ambiente. Lavoro che risulta per la gran parte inutile se poi, come accade regolarmente da almeno un anno a questa parte, all'esame si presentano la metà, quando va bene, degli iscritti. 

Assente al concorso? Perdi i soldi

da Ca' Sugana, che sono serviti per assumere agenti della Polizia locale e impiegati di vari livelli e in un po' tutti i settori, hanno raccolto 1101 iscritti. Alle prove però si sono presentate 268 persone in tutto: circa il 18%. Al concorso per la Polizia locale, le domande arrivate sono state circa 400, i candidati che poi hanno materialmente sostenuto la prova si sono fermati a 78. Il Comune però ha dovuto affittare e attrezzare spazi adeguati per ospitare tutti e ingaggiare un numero sufficiente di commissari. Misure dispendiose e, per la maggior parte, inutili. «Francamente si trattava di una situazione non più sostenibile - spiega Manera - organizzare un concorso ha un costo non indifferente, oltre allo sforzo non da poco per attrezzare spazi, affittare computer e trovare il personale per le selezioni. Ma ormai è una costante che a fronte di centinaia di iscrizioni poi, a fare l'esame, arrivi un terzo della gente. Abbiamo quindi deciso di modificare il regolamento per i concorsi pubblici introducendo l'obbligo di versare una caparra. Attenzione: non è una tassa. Per fare il concorso pubblico a Treviso non si paga. Si versa solo una caparra all'atto dell'iscrizione, che viene restituita quando il candidato si presenta». Se un candidato il concorso lo fa, in poche parole, non paga nulla. Se non si presenta, salvo motivazioni plausibili e comprovate, i soldi invece li perde. «Purtroppo questo fenomeno è scoppiato con la possibilità di iscriversi online o mandando una semplice pec. Ai nostri concorsi si sono iscritti cittadini di ogni zona d'Italia, anche la più lontana. Che poi non sono venuti. Abbiamo notato episodi di gente che si è iscritta, solo qui da noi, a cinque selezioni per poi non partecipare a nessuna. E, molto probabilmente, contemporaneamente si è iscritta a concorsi anche di altre amministrazioni. La caparra è, alla fine, solo un deterrente per chi intende iscriversi senza però essere pienamente convinto di partecipare».

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Il Gazzettino