Ci sono voluti i tempi supplementari. Ma il decreto rilancio, il maxi provvedimento da 55 miliardi varato dal governo per fronteggiare la crisi economica, sta per varcare il suo...
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LE PERPLESSITÀ
La Ragioneria ha espresso «fortissime perplessità» sulla norma, anche considerando che la proroga delle concessioni demaniali è già finita sotto la lente Ue che ha avviato una procedura di pre infrazione nei confronti dell'Italia. Anche l'Antitrust, che ha inviato una segnalazione al Parlamento per indicare una serie di criticità del testo, ha espresso dubbi sulla proroga delle concessioni, sostenendo che comporta un «ritardo nella competizione». Nel testo finale, invece, è stata introdotta una norma per prorogare di due anni tutte le concessioni aeroportuali. Una sorta di risarcimento per i danni subiti dal calo del traffico aereo dovuto al Covid. Un comma che ha fatto sollevare le proteste di Giorgia Meloni, che ha accusato i Cinquestelle di «giravolte e di trasformismo». Da un lato attaccano i Benetton, ha detto Meloni, dall'altro garantiscono le loro posizioni. Tra le altre modifiche introdotte dai relatori Luigi Marattin, Fabio Melilli e Carmelo Massimo Misiti, c'è la norma che consente la destinazione di risparmi da parte dei contribuenti al Patrimonio destinato di Cdp. Ma senza alcun beneficio fiscale per i risparmiatori. È saltata invece la mediazione tra relatori e opposizioni che tendeva a recuperare parte della norma sugli accordi per le bioraffinazioni nel Mezzogiorno. La riformulazione basata su un tavolo istituzioni-soggetti coinvolti non è stata accolta e si è dato quindi seguito alla richiesta della Ragioneria di sopprimere totalmente il nuovo articolo a causa dell'impatto negativo sulla finanza pubblica. Tra i punti critici sottolineati dall'Antitrust, invece, c'è anche «la deroga al controllo antitrust per operazioni di concentrazione realizzate nel contesto del sostegno pubblico a banche in liquidazione coatta amministrativa».
Andrea Bassi
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Il Gazzettino