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All’appello, manca un miliardo di euro in tutto il Friuli Venezia Giulia. Sono soldi che fanno la differenza tra un profitto (o quantomeno la copertura delle spese) e il rischio di saltare per aria. E dovrebbero arrivare dalle casse della pubblica amministrazione. Dovrebbero, perché in realtà non arrivano. E si prefigura già un autunno drammatico per tutte quelle imprese che dipendono - in parte o del tutto - proprio dai pagamenti della pubblica amministrazione. Lo rileva la Cgia di Mestre. «Tra il deterioramento del quadro economico generale - ascrivibile al caro energia/carburante e all’impennata dell’inflazione - l’impossibilità di cedere i crediti acquisiti con il superbonus 110 per cento e i mancati pagamenti della pubblica amministrazione nei confronti dei propri fornitori - che secondo una stima in si aggira attorno a 1 miliardo di euro - molte attività commerciali e produttive rischiano di dover portare i libri in tribunale - è la fotografia dell’Ufficio studi della Cgia -. Con una specificità; per molte di queste imprese la chiusura definitiva non sarà causata dall’impossibilità di pagare i propri debiti, ma per crediti inesigibili, ovvero per insolvenze in grandissima parte imputabili alle inadempienze della nostra pubblica amministrazione».
LA SPIEGAZIONE
Quali sono le ragioni per cui gli artigiani mestrini ipotizzano che al rientro dalle ferie i fallimenti potrebbero subire un forte innalzamento ? Se guardiamo la serie storica degli ultimi 10 anni, anche in FVG il picco massimo delle “chiusure” è stato raggiunto nel 2013, ovvero 1/2 anni dopo la crisi del debito sovrano che ha colpito pesantemente il nostro Paese.
Il Gazzettino