"Bon Compleano Vecio", gli auguri in dialetto di Alex a Roby

La foto postata da Del Piero (a sin) con Baggio
Per le sue 52 primavere, lunedì a Roberto Baggio sono arrivati auguri in tutte le lingue del mondo. Ma in veneto al "maestro" poteva farli un solo allievo, quello...

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Per le sue 52 primavere, lunedì a Roberto Baggio sono arrivati auguri in tutte le lingue del mondo. Ma in veneto al "maestro" poteva farli un solo allievo, quello che ripensando ad allora ogni tanto racconta: «Parlavamo in dialetto, mi fermavo a fine allenamento per osservare le sue punizioni, così ho iniziato a tirarle anch'io...». Alessandro Del Piero ha imparato a calciarle così bene che l'ultima è un siluro da 270.000 e passa like: «Bon Compleano Vecio, guri!», ha scritto sui social il trevigiano al vicentino, a corredo di una foto scattata ormai un quarto di secolo fa.

Tratta dall'album della nostalgia, è l'immagine plastica di un calcio che non c'è più. Dev'essere la stagione 1993/1994 o 1994/1995, le due in cui alla Juventus si incrociano Del Piero che è arrivato dal Padova e Baggio che poi andrà al Milan. Gli scarpini sono rigorosamente neri, lo sponsor sulle maglie è Danone, i capelli sono incredibilmente lunghi: quasi ricci in testa ad Ale, legati in un divin codino sulla nuca di Roby. Del Piero ha lo sguardo timido rivolto verso il basso, mentre Baggio tiene il pallone fra i piedi e gli appoggia una mano sul petto, quasi a spiegargli come si fa. L'allievo Pinturicchio e il maestro Raffaello, avrebbe detto Gianni Agnelli. Una gerarchia di cui il campione di San Vendemiano è sempre andato fiero, come ha ricordato lui stesso all'asso di Caldogno in occasione dei suoi 50 anni: «Tu eri il più grande e per me poterti portare la borsa non era un fastidio, ma un sogno che si realizzava». Come ha rivelato nella sua autobiografia Giochiamo ancora, già da ragazzino Del Piero ammirava infatti di Baggio la «tecnica sopraffina, davvero unica al mondo», al punto da imitarlo perfino nel modo di vestirsi in campo, «quando portava i calzettoni dentro i parastinchi».
I COMMENTI

Con gli auguri in veneto al compagno di un tempo, che per la cronaca ha festeggiato la ricorrenza nella sua residenza di Altavilla Vicentina con una torta che lo raffigura con la maglia della Nazionale, l'ex capitano bianconero ha voluto ribadire un concetto: i due parlano la stessa lingua, ora come allora, ragazzi di provincia saliti sul tetto del mondo. L'ha sottolineato proprio Del Piero nel suo libro, rivolgendosi ai bambini di oggi: «Non devono pensare che diventeranno campioni solo se cresceranno nel vivaio del Barcellona, della Juve o del Milan. Io arrivo da San Vendemiano, Baggio è cresciuto a Vicenza, Platini in un borgo francese. Il talento insegue le sue ragioni soprattutto in periferia, ed è proprio negli angoli del mondo che si rafforza il senso della sfida». E ci si fa gli auguri nell'idioma di casa, come ha prontamente rimarcato lo youtuber venetofono Canal il Canal, scatenando una raffica di orgogliosi commenti sul tema: «Manco mal che ogni tant vien fora el Veneto».
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Il Gazzettino