BUDOIA - Andate in pace, anzi no. Doveva essere una messa come tante ma, a corredo della benedizione finale, c'è stato quello che l'opposizione leghista ha bollato...
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IL PESO DEL VOTOMeno di tremila anime insediate in un territorio a vocazione partigiana, che come la Chiesa ha poco a che fare con gli slogan gialloverdi della Lega dopo l'alleanza di governo con il Movimento 5 Stelle, stanno infatti per essere chiamate a scegliere il colore che dovrà amministrare i servizi del Comune per il prossimo quinquennio: arrivando da un dominio firmato sinistra che dura da diversi mandati, il Carroccio non ha gradito che una fetta significativa di elettorato sia stata educata al voto all'interno di una struttura che avrebbe il compito, secondo l'opposizione, di assolvere le coscienze e non di indirizzare le scelte politiche. Un'ingerenza che ha dato fastidio, come se fosse stata la prima volta che il mondo cattolico prende una posizione chiara per supportare quei valori di tolleranza, equità e bene comune che a volte vengono oscurati dalle dinamiche di potere.
IL CORTO CIRCUITOLa propaganda insomma è entrata in chiesa. O almeno così sembra. Ascoltando l'altra campana però le parole del vicesindaco Ianna nulla avrebbero a che fare con la prossima tornata elettorale. A gettare acqua sul fuoco è don Maurizio Busetti, da otto anni alla guida delle Parrocchie di Budoia, Dardago e Santa Lucia. «Era già capitato che in particolari occasioni i rappresentanti delle istituzioni di un Comune piccolo come il nostro venissero a salutare la comunità cristiana - afferma il parroco - Domenica dicevo messa a Dardago, e dieci minuti prima che iniziassi quella di Budoia mi è stato riferito che il vicesindaco sarebbe salito sul pulpito per dire qualche parola. So bene come funzionano le campagne elettorali, e non mi sembrava nulla di male: era la festa dell'oratorio e aveva colto l'occasione per ricordare quello che l'amministrazione ha fatto per la Parrocchia. Se poi dobbiamo dirla tutta, in prima fila c'erano rappresentanti dell'opposizione che poi sono venuti, assieme a quelli della maggioranza, a mangiare la pasta in oratorio cucinata dagli alpini. Se quelle parole hanno dato fastidio potevano farlo presente anche prima». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino