TORREGLIA (PADOVA) - «Non bisogna fare l'esegesi delle parole di Gino Cecchettin sul perdono. Sul passo di Gesù e i suoi carnefici: io ho colto il "cuore", di quel messaggio, la necessità della compassione, di patire con chi sta patendo». Lo dice il parroco di Torreglia, don Franco Marin, una delle poche persone vicine in queste settimane alla famiglia di Filippo Turetta, «che ora - dice - sta cercando rifugio nel silenzio».

I genitori del ragazzo, Nicola Turetta e Elisabetta Martini, da giorni evitano di parlare con i giornalisti e le uscite da casa. L'appartamento della palazzina nel centro del paese ha le persiane verdi abbassate fino a terra.

L'assenza al funerale di Giulia

Don Franco li ha sentiti l'ultima volta il 4 novembre, la sera della vigilia del funerale di Giulia, Cecchettin. «Avrebbero voluto essere al funerale, ma hanno dovuto rinunciare. Troppa la pressione mediatica su quell'evento. Da parte loro ho percepito un grande rammarico per non potervi partecipare».