Aperta la caccia al cinghiale con doppietta, arco e frecce

Aperta la caccia al cinghiale con doppietta, arco e frecce
Potranno essere cacciati con il fucile a pallettoni oppure con arco e freccia. Senza alcun limite temporale. Non è quindi necessario sottostare al calendario venatorio, ma...

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Potranno essere cacciati con il fucile a pallettoni oppure con arco e freccia. Senza alcun limite temporale. Non è quindi necessario sottostare al calendario venatorio, ma sarà possibile organizzare battute dodici mesi l’anno. Non è una concessione per deliziare gli amanti della doppietta, ma un piano di controllo del cinghiale. «Negli ultimi dieci anni c’è stato un moltiplicarsi fuori controllo di questi animali in tutto il Veneto e in particolare nel parco dei Colli Euganei - spiega l’assessore regionale all’Agricoltura e Caccia Giuseppe Pan - era ormai indispensabile intervenire, i danni all’agricoltura sono elevati così come i pericoli provocati dai cinghiali quando si avvicinano a strade e centri abitati».


Così, dopo un anno e mezzo di lavoro, ha elaborato il Piano triennale di controllo del cinghiale e lo ha sottoposto alla Giunta regionale del Veneto che ieri lo ha approvato.
Perché i cinghiali sono molto prolifici, hanno una buona mobilità e un’altissima capacità di adattamento. Complice qualche immissione abusiva hanno colonizzato intere zone del Veneto. Si stima che ci siano sette-ottomila esemplari solo nei Colli Euganei, ma ce ne sono anche nella Pedemontana e nel Veneto Orientale. Viaggiano in “mandrie” di 15-20 esemplari e dove passano lasciano desolazione. Devastano le coltivazioni, specie di mais e uva, ma possono causare incidenti quando si buttano in strada, così come rappresentano un pericolo, o in ogni caso uno spavento, se si avvicinano alle persone.

Da qui la Regione Veneto ha deciso di estendere i controlli sui cinghiali a tutta la regione e non solo ad alcune zone particolarmente colpite dal fenomeno che qualche piano frammentario già ce l’avevano. Il piano regionale copre l’intervallo di tempo 2017-2019 ed è stato concordato con l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. «Questa organizzazione regionale consente di evitare la dispersione degli interventi che avrebbe provocato l’approvazione di singoli piani provinciali» spiega l’assessore Pan. La caccia al cinghiale è quindi già aperta perché il piano, una volta pubblicato in gazzetta, è immediatamente applicabile. La potranno fare i corpi di polizia provinciale, i forestali, ma anche i semplici cacciatori. Quest’ultimi devono però avere le carte in regola, che consiste nell’aver seguito uno specifico corso che forma alla caccia al cinghiale. Chi non l’ha frequentato e viene pizzicato a cacciare è trattato alla stregua del bracconiere: si può quindi scordare la licenza di caccia, viene sanzionato, denunciato e può avere conseguenze che arrivano al penale. I tipi di caccia sono molteplici: attraverso altana con arma da fuoco, con grandi gabbie e pastura e infine con arco e frecce. Se poi la bestia viene vista da un veterinario, può anche essere mangiata. Si tratta del secondo piano di questa giunta regionale, prima dei cinghiali stessa sorte era infatti toccata alle nutrie. «I risultati del piano saranno valutati a cadenza annuale da Regione e Ispra - conclude Pan - al fine di massimizzare l’efficacia dell’attività di controllo nel rispetto di norme e procedure rigorose e puntuali». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino