Caccia ai cinghiali, la Coldiretti: «Non fate business con la loro carne»

Caccia ai cinghiali, la Coldiretti: «Non fate business con la loro carne»
Si riaccende il dibattito sulla loro eliminazione dai Colli Euganei,...

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Si riaccende il dibattito sulla loro eliminazione dai Colli Euganei, dove gli ungulati sono una presenza scomoda e pericolosa. Coldiretti Padova dice no al business della carne previsto dalla Regione. L'associazione agricola di categoria condivide la posizione presa nei giorni scorsi dal sindaco di Teolo Moreno Valdisolo, che ha affermato che «finché ci sarà richiesta di carne di cinghiale, legale o di bracconaggio che sia, i cinghiali continueranno a scorrazzare e a danneggiare i raccolti». Il primo cittadino si è interrogato sulla reale efficacia delle misure adottate per contrastare la proliferazione degli ungulati. Se al posto di recuperare la carne e metterla in commercio le carcasse dei capi abbattuti venissero smaltite in un inceneritore, ci sarebbe un risparmio notevole di uomini, mezzi e soldi pubblici, secondo il primo cittadino del Comune collinare. A maggiore ragione in virtù del fatto che all'Ente Parco la carne di cinghiale viene pagata soltanto pochi euro al chilo. Una posizione con cui Coldiretti Padova concorda in pieno: «Finalmente ci sono amministratori pubblici che parlano chiaro sull'emergenza cinghiali afferma il presidente Massimo Bressan i Colli Euganei non possono diventare una riserva di caccia a cielo aperto a favore di chi vuole lucrare sul business della carne. Per noi, come ripetiamo ormai da anni, l'unico obiettivo è un serio e costante intervento su tutto il territorio che si traduca in una drastica riduzione degli esemplari. Un plauso quindi al sindaco di Teolo Moreno Valdisolo per la sua coraggiosa presa di posizione, che appoggiamo in pieno». Già all'indomani della proposta avanzata ad agosto dell'anno scorso dall'assessore all'Agricoltura Giuseppe Pan di creare una filiera dedicata alla carne di cinghiale, con tanto di marchio, il presidente Bressan aveva messo in guardia la Regione. L'obiettivo prioritario doveva rimanere la riduzione del numero di cinghiali per la salvaguardia delle attività agricole, per la tutela del territorio e per la sicurezza pubblica. Tutto il resto sarebbe passato in secondo piano. Oggi Coldiretti rincara la dose: «Per noi agricoltori la carne può anche andare all'inceneritore se ci dovessero essere dei rallentamenti o degli ostacoli rispetto all'obiettivo principale afferma Bressan L'impegno va orientato anzitutto sul controllo di un fenomeno devastante per la nostra agricoltura, con vigneti saccheggiati a qualche settimana dalla vendemmia, ma anche per l'ambiente. A questo proposito ricordo i risultati preoccupati emersi dallo studio sull'impatto ambientale dei cinghiali realizzato dall'Università di Padova con la collaborazione delle nostre aziende agricole. È emerso che la proliferazione degli ungulati ha provocato frane, smottamenti e altri fenomeni che mettono a serio rischio l'equilibrio idrogeologico dei Colli Euganei». Un altro grosso problema riguarda la viabilità stradale, su cui si sono riaccesi i riflettori in questi giorni per via del ciclista veneziano di 41 anni che il 21 luglio si è scontrato con un cinghiale lungo la strada provinciale 43, in località Castelnuovo di Teolo. L'uomo, che ha riportato fratture a entrambe le gambe per una prognosi complessiva di 45 giorni, ha chiesto il risarcimento dei danni subiti. «Chiediamo alla Regione di essere sul pezzo conclude Bressan anche accelerando la ripresa della piena operatività del Parco. Ai sindaci lanciamo un appello a non abbassare la guardia e a far sentire la propria voce in Regione per affrontare uniti l'emergenza in atto».

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Il Gazzettino