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ARIANO - Sale la febbre per la lavanda in Polesine. Dopo il campo che si trova a Ca’ Mello, nel comune di Porto Tolle, a tenere banco tra gli appassionati di lavandula c’è anche il campo di Rivà, nel comune di Ariano nel Polesine. Entrambe le municipalità fanno parte di quell’ecosistema chiamato Delta del Po che pare essere ideale anche per la coltivazione di questa pianta dal tipico profumo e differenti sfumature dal viola molto chiaro al profondamente scuro. La lavandula angustifolia, detta anche lavanda officinalis, è un’erbacea perenne che parebbe gradire molto il clima del Basso Polesine. Nella frazione arianese si possono vedere questi due ettari di viola che spiccano tra il verde dei girasoli che stanno crescendo e le fronde della paulonia, un albero che è coltivato per far legname.
ALTO GRADIMENTO
Non si può che rimanere affascinati da questa esplosione di viola che sta entrando nel pieno della fioritura e dal profumo intenso quando si passeggia che sta attirando già numerosi visitatori in questo appezzamento che poco distante dalla strada statale Romea. Il terreno su cui sorge è di Valter Roana che ha appoggiato l’idea di Andrea Sponton, un giovane agricoltore che ha avuto l’intuizione un paio di anni fa di buttarsi sulla coltivazione della lavandula. Entrambi soci di Coldiretti hanno deciso di lanciarsi in questa sfida tutta officinale e cosmetica, dove il suo olio essenziale è tra i più apprezzati per la produzione di profumi, saponi e creme dove non serve solo a donare una piacevole profumazione ma anche a svolgere proprietà benefiche per la pelle, la lavanda tra le sue proprietà ha quella di essere lenitiva e cicatrizzante.
MARCHIO DEPOSITATO
Un’ottima intuizione dato che è qui a Rivà che si può trovare la sola che possa chiamarsi “Lavanda del Delta” come spiega Sponton: «Abbiamo depositato il marchio non appena abbiamo avuto l’idea, vedremo come andrà. Non pensavo suscitasse tanto interesse». Di Sant’Apollinare, l’agricoltore di lungo corso, mentre del vicino Fenil del Turco il più giovane che, oltre a lavorare nell’azienda di famiglia, ha deciso di imbarcarsi in questa nuova avventura e di sposarla all’altra sua grande passione che è l’apicoltura. «Ho portato qui 22 delle mie arnie per produrre il miele – continua -. Ci piacerebbe in futuro inserire altre piante officinali, ma la parte burocratica e di trasformazione è abbastanza complessa». Da non dimenticare come il tutto sia assolutamente biologico, ogni piantina viene lavorata a mano e le attese sono tante per il raccolto che potrebbe anche prevedere due tagli: uno in estate che porterebbe a una seconda fioritura, seppur minore, a settembre. Roana da buon mentore spiega la scelta di appoggiare la coltivazione: «È una collaborazione per dare spazio a idee giovani. La terra è lavorata tutta in biologico e c’erano i due ettari qui di fronte disponibili. Non mi sarei mai sognato di farla, ma vista la proposta ho pensato di sperimentare. Abbiamo anche in mente di acquisire un distillatore mobile da poter utilizzare anche negli altri campi messi a dimora a Saguedo nel comune di Lendinara, Bosaro e Vescovana».
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Il Gazzettino