Clochard ucciso, quella figlia mai vista che non potrà conoscerlo

TREVISO - Il viso sfigurato, il cranio fracassato con un colpo inferto con tutta probabilità nel sonno. La coperta rosa, sollevata fin sopra il viso, a celare il corpo...

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TREVISO - Il viso sfigurato, il cranio fracassato con un colpo inferto con tutta probabilità nel sonno. La coperta rosa, sollevata fin sopra il viso, a celare il corpo senza vita. L'omicidio in stazione  sotto il varco dell'ex palazzo delle Poste dove trovano riparo i senzatetto. La vittima è uno di loro, Giampietro Piccolo detto Jimmy, 57 anni, clochard storico di Treviso, di origine etiope ma italiano a tutti gli effetti. È il secondo delitto in due settimane, dopo quello di Andrea Dorcich,33enne trovato morto nell'ex deposito di mangimi a Silea.


In serata c'è stato il fermo di un sospettato: si tratterebbe di un 33enne di origini cilene.

Un mese fa, dalla Germania, è arrivata la figlia. Una ragazza poco più che ventenne. Voleva vedere suo padre: conoscerlo per la prima volta. E' rimasta 2 giorni: l'ha cercato per tutta la città aiutata dagli operatori di strada ma inutilmente. E se n'è ritornata a casa con una delusione nel cuore. Un dolore immenso anche per Jimmy, uno dei clochard più noti della città. Fin da  fine  anni 80 bazzicava il centro. Era nato in Etiopia da mamma etiope e papà italiano, originario di San Donà, arrivato in Africa al tempo della 2. Guerra mondiale e della disgraziata campagna italiana del regio esercito. Lì ha trovato una ragazza di quindici anni con cui si è sposato e messo su famiglia. E' così riuscito ad arrivare a San Donà e poi a Treviso. In seguito è stato raggiunto anche dalla madre, con cui si è rivisto dopo più di trent'anni pochi mesi fa, e un fratello, che adesso vive a San Biagio, e le sorelle.


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Il Gazzettino