PORDENONE Le aveva stravolto vita. Quel giovane conosciuto in negozio, che diceva di essere dell'Interpol e di procacciare giovani talenti del calcio per Inter e Verona, ha...
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RISARCIMENTO
Alla parte civile, costituita con l'avvocato Enrico Cleopazzo, sono stati liquidati danni e spese. Alla vittima delle persecuzioni il giudice ha destinato 10mila euro; al suo compagno, calunniato, 2.500. L'imputato è stato anche interdetto dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. È una sentenza che dovrebbe restituire serenità alla donna che ha subìto stalking e che invece è uscita dall'aula molto turbata. A fine udienza, infatti, con le guardie penitenziarie che lo portavano verso la porta tenendolo sotto braccio, Mazzilli si è girato verso di lei. «Ci vediamo», le ha detto.
LA STORIA
Mazzilli ha conosciuto la vittima frequentando il suo negozio e, come dimostrano i successivi messaggini, se ne è invaghito. Un giorno, parlando del più e del meno, lei ha fatto riferimento alla passione del figlio per il calcio. Lui si è allora presentato come una sorta di osservatore per Inter e Verona, ha proposto un provino con l'Hellas in una palestra di Verona e chiesto 14mila euro. La madre e il compagno si accorgono che qualcosa non va, viene contattato il Verona Calcio e la dirigenza nega di avere rapporti di collaborazione con Mazzilli. Rinunciano ai provini e da quel momento cominciano le persecuzioni, fatte di telefonate minacciose e messaggi molesti. Il tenore è sempre lo stesso: «Ti ammazzo», «Hai firmato la tua condanna» o «Adesso comincia la vera tempesta».
LA CALUNNIA
Il 13 dicembre 2017 si piazza in auto sotto la casa della donna, le telefona e comincia a minacciarla.
Il Gazzettino