Tre anni al cliente stalker, lei costretta a cambiare casa: risarcita con 10.000 euro

Martedì 6 Ottobre 2020 di C.A.
Tre anni al cliente stalker, lei costretta a cambiare casa: risarcita con 10.000 euro
PORDENONE Le aveva stravolto vita. Quel giovane conosciuto in negozio, che diceva di essere dell'Interpol e di procacciare giovani talenti del calcio per Inter e Verona, ha cominciato a perseguitarla fino a costringerla a rinunciare all'attività fisica all'aperto per non incontrarlo, a cambiare casa e perfino macchina per non essere riconosciuta. L'incubo - cominciato nel dicembre 2017 e finito nell'aprile 2018 - è ripercorso in un capo di imputazione che ieri è costato tre anni di reclusione a Michele Mazzilli, 28enne di Fiume Veneto che attualmente sta espiando una pena nel carcere di Padova per un'altra vicenda di stalking. Il pm Andrea Del Missier gli ha contestato i reati di stalking e calunnia. L'avvocato Enzo Del Bianco ha ottenuto che il processo fosse discusso con rito abbreviato, formula che ha consentito all'imputato di ottenere dal gup Rodolfo Piccin uno sconto di pena di un terzo.
RISARCIMENTO
Alla parte civile, costituita con l'avvocato Enrico Cleopazzo, sono stati liquidati danni e spese. Alla vittima delle persecuzioni il giudice ha destinato 10mila euro; al suo compagno, calunniato, 2.500. L'imputato è stato anche interdetto dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. È una sentenza che dovrebbe restituire serenità alla donna che ha subìto stalking e che invece è uscita dall'aula molto turbata. A fine udienza, infatti, con le guardie penitenziarie che lo portavano verso la porta tenendolo sotto braccio, Mazzilli si è girato verso di lei. «Ci vediamo», le ha detto.
LA STORIA
Mazzilli ha conosciuto la vittima frequentando il suo negozio e, come dimostrano i successivi messaggini, se ne è invaghito. Un giorno, parlando del più e del meno, lei ha fatto riferimento alla passione del figlio per il calcio. Lui si è allora presentato come una sorta di osservatore per Inter e Verona, ha proposto un provino con l'Hellas in una palestra di Verona e chiesto 14mila euro. La madre e il compagno si accorgono che qualcosa non va, viene contattato il Verona Calcio e la dirigenza nega di avere rapporti di collaborazione con Mazzilli. Rinunciano ai provini e da quel momento cominciano le persecuzioni, fatte di telefonate minacciose e messaggi molesti. Il tenore è sempre lo stesso: «Ti ammazzo», «Hai firmato la tua condanna» o «Adesso comincia la vera tempesta».
LA CALUNNIA
Il 13 dicembre 2017 si piazza in auto sotto la casa della donna, le telefona e comincia a minacciarla.
Il compagno della donna scende, gli bussa sul finestrino e gli chiede di smetterla. Mazzilli, sapendo che appartiene alle forze dell'ordine, va dai carabinieri di Fiume Veneto e lo denuncia. Sostiene che l'uomo ha estratto la pistola e, puntandola contro il finestrino, gli ha intimato di scendere. Successivamente andrà in caserma a rettificare, ma la calunnia ormai è già compiuta. Un paio di sere dopo questo episodio sul cellulare della donna verranno ritrovate 45 telefonate senza risposta nel giro di tre ore. Le farà recapitare anche una lettera in cui le dichiara il proprio amore nonostante fosse stato rifiutato. 
Ultimo aggiornamento: 10:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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