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Era uno sfogo, ma ha scatenato un dibattito nazionale. I cinema stanno soffrendo. E non c’entra l’estate, almeno non del tutto e non solo, è più un malessere da post pandemia di quelli che non potevano essere previsti, un effetto collaterale che ci vorrà del tempo per scrollarsi di dosso.
LA DENUNCIA
Il Cinema Italia di via Garibaldi compie 100 anni. Oggi il suo proprietario, Manuele Sangalli, sta distribuendo in città le locandine che ne annunciano il traguardo. L’importante è esserci arrivati, certo, ma il compleanno a tre cifre sorprende Sangalli con un umore poco propenso ai festeggiamenti. Gli appuntamenti per celebrare il secolo di storia ci saranno, non adesso, ma non appena le restrizioni saranno prossime allo zero e ci sarà voglia di festeggiare. Oggi è più il tempo delle riflessioni, con la mente proiettata in avanti e lo sguardo a quelle due poltrone, le uniche, occupate sabato sera in sala. Una situazione poco confortante, dalla quale è scaturito lo sfogo via social del proprietario. “Sabato sera alle 21 al cinema ci sono due (2) persone – ha scritto -. Nel caso in cui io decidessi di chiudere il cinema per sempre non domandatemi perché”. Il tempo di pubblicare la provocazione, perchè tale voleva essere, che da tutta Italia i colleghi hanno preso la palla al balzo per riversare nella piazza virtuale le proprie preoccupazioni. Era l’obiettivo di Sangalli, che oggi alla chiusura non ci pensa proprio, ma voleva capire come se la stanno passando i cinema italiani, a quasi due mesi dalla riapertura. «All’inizio c’era curiosità, è andata bene – spiega -, ma adesso è diverso.
IL TRAGUARDO
Tuttavia non ci si lascia andare all’amarezza, il traguardo dei cent’anni fa entrare l’Italia nell’Olimpo dei cinema d’essay storici italiani e questo regala una certa dose di soddisfazione che di certo aiuta. Nelle prossime settimane, quindi, non starà di certo a guardare la sala mezza vuota. Ha tanti progetti, Sangalli, ma ancora non svela date e non si sbottona troppo sui luoghi. L’obiettivo è cavalcare la voglia delle persone di stare all’aperto proponendo proieizioni in esterna. In Nevegal, come già fatto nel 2020 raccogliendo grande successo, ma non solo. «A breve svelerò tutto – assicura-. La gente ha perso l’abitudine ad andare al cinema, a causa della lunga chiusura in casa, e ora preferisce trascorrere il tempo libero all’aperto. Inoltre le restrizioni non aiutano, tenere la mascherina addosso per tutta la durata del film a qualcuno può dare fastidio. Il calo di afflusso in estate c’è sempre stato, ma questa volta preoccupa per tutto quanto abbiamo vissuto prima». Intanto da oggi in città si vedranno le locandine celebrative del secolo di attività dell’Italia. Grafica lineare senza tanti fronzoli e un messaggio chiaro: l’esperienza in una sala cinematografica non è replicabile in nessun altro luogo. “Per fare lo schermo del nostro cinema ci vogliono – si leggerà -: 48 tv da 50 pollici. 3330 iPhone. Infinite storie. 100 anni di esperienze”. E un futuro a cui guardare con ottimismo.
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Il Gazzettino