Ciclisti indisciplinati, arriva la stretta e scattano le multe

Ciclisti indisciplinati, arriva la stretta e scattano le multe
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PORDENONE Se ci fosse una specie di algoritmo, come quello che permette a Google di essere quello che è, in grado di stabilire con esattezza la parola più pronunciata dai pordenonesi in questi giorni, il risultato sarebbe certo: ciclabile. Il dibattito in città scorre su viale Marconi e si ferma alla decisione del Comune di cancellare la pista ciclabile. Insorgono i sostenitori della mobilità verde, spiegando i benefici del movimento su due ruote; protestano i residenti, che individuano nelle biciclette dei salvagente anti-smog. In mezzo c'è la giunta, bersagliata da più parti. I ciclisti sono visti come gli angeli custodi del benessere in città: non inquinano, non fanno rumore, non aumentano il consumo di combustibili fossili, sono la componente del traffico che ama, difende e applica la legalità ogni giorno. Praticamente perfetti sotto ogni aspetto. Ma è davvero così? Stando a quanto riportato dai vertici della polizia locale, non proprio.


Pordenone, la città della Pordenone Pedala, il capoluogo della protesta contro l'eliminazione di una pista ciclabile, in realtà è teatro di continue infrazioni commesse proprio dagli appassionati delle due ruote. E ora, dopo una prima fase dedicata alla sensibilizzazione, anche sui ciclisti sta per abbattersi la scure dell'azione repressiva. La stretta, promessa dal comandante della polizia locale pordenonese, Stefano Rossi, sarà finalizzata non a colpire in modo indiscriminato, ma ad educare anche un mondo - quello dei ciclisti - che è rado vedere sanzionare con multe e ritiri di patente. «Le infrazioni del codice della strada commesse dalle persone alla guida di una bicicletta - ha spiegato il comandante Rossi - sono pericolose tanto quanto quelle che vedono protagonisti gli automobilisti». Il traffico cittadino è come un corpo umano: tutte le sue componenti devono funzionare, integrandosi, per evitare problemi. E i ciclisti sono parte del tutto. L'analisi della polizia locale dipinge un quadro diverso da quello che emerge dall'approssimazione dell'opinione generale. In realtà molti ciclisti pordenonesi sono indisciplinati: «Per questo - ha specificato Rossi - ad una prima fase basata sulla comunicazione, seguirà una seconda repressiva». Gli uomini della polizia locale sposteranno il mirino su chi attraversa la città in bicicletta: sono in arrivo multe, anche salate, ma anche provvedimenti più seri come i ritiri della patente. Sì, perché per alcune infrazioni, la guida della bicicletta è equiparata a quella dell'automobile.
LE INFRAZIONI

I ciclisti - ha spiegato ancora Stefano Rossi - sono considerati utenti deboli. Ma le infrazioni registrate in città sono pericolose come quelle degli automobilisti. Una delle più comuni riguarda ad esempio la guida della bici con le cuffie e la musica nelle orecchie». L'utilizzo delle due cuffie è vietato anche in auto: rende l'udito ovattato e impedisce di sentire chiaramente i rumori della strada. Al secondo posto c'è il cattivo utilizzo delle piste ciclabili. Già proprio loro, le protagoniste del dibattito, spesso sono snobbate: i ciclisti, soprattutto i più anziani, faticano a incanalarsi nelle corsie dedicate e continuano a invadere le strade. «C'è poi il problema legato agli attraversamenti veloci - ha aggiunto il comandante Rossi - che possono causare più di un incidente -. In altri casi, invece, si registra l'attraversamento non consentito sulle strisce pedonali». Dove invece il mezzo dovrebbe essere condotto a mano. E se è vero che la bicicletta è un toccasana per la salute, lo è altrettanto il fatto che l'indisciplina non si riduce al variare del mezzo.
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Il Gazzettino