OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
BUJA - «Quando abbiamo tagliato il traguardo è stato uno choc. Non ci credevamo fosse successo quel che era successo. Sinceramente non me ne rendo ancora conto completamente». Jonathan Milan, campione olimpico (medaglia d’oro) a Tokyo nella prova di inseguimento a squadre del ciclismo su pista ha ancora gli occhi stralunati quando parla dell’impresa compiuta assieme ai compagni Ganna, Consonni e Lamon. Nella notte tra lunedì e ieri è rientrato nella sua terra natale, in quella Buja straripante che non vedeva l’ora di riabbracciarlo.
IL CALORE
La piazza della località collinare la sera di martedì 10 agosto è stata tutta per lui. Bandiere, striscioni, cerchi olimpici. «Ho fatto, o meglio abbiamo fatto, un’impresa e abbiamo dato il 101 per cento fino alla fine, dalle qualifiche alla finale. È stata tanto dura, sia fisicamente che mentalmente e proprio per questo è davvero difficile realizzare che sì, eravamo noi i campioni olimpici». Dopo l’abbraccio a sorpresa dei genitori, dei parenti e degli amici, all’uscita dal terminal arrivi dell’aeroporto “Marco Polo” di Tessera (Venezia), è stato un crescendo di emozioni per lui. I suoi compaesani che lo hanno seguito incollati ai televisori e ai maxischermi, spingendolo dall’altra parte del mondo a conquistare la medaglia più preziosa, alla sua prima Olimpiade, volevano mostrargli l’orgoglio di una terra intera.
LE DEDICHE
«Il grazie va anche in particolare a Marco Villa che ha creduto in me, ai miei compagni, a tutto il gruppo, ad Elia Viviani, il nostro capitano, che avendo già provato l’emozione di vincere un titolo olimpico ci ha dato i giusti consigli». Jonny mostra a tutti quella medaglia, riportata a Buja che è patria dei maestri incisori di medaglie. Sorride, si emoziona, saluta amici e nuovi tifosi, e poi pensa a quello che sarà. «Credo che i festeggiamenti proseguiranno non solo stasera – ride – sarà una settimana che vivrò intensamente, giorno per giorno, dovrò riprendermi dal jet lag e poi si inizierà piano piano a lavorare per la preparazione delle prossime gare; a fine mese ci sarà il Bigben tour e subito dopo ho in programma di certo la Parigi-Roubaix il 3 ottobre e poi il campionato europeo su pista. E sempre su pista i campionati del mondo, puntiamo a fare bene anche li».
Milan, 21 anni, una carriera promettente davanti a sé, è stato ribattezzato il “Toro” di Buja. «Mi piace molto questo soprannome – conferma – il toro è il simbolo della mia città e mi rappresenta molto bene. Cercherò di non smentirmi».
LA CORONA D'ALLORO
Gli è stata poggiata sul capo dall’assessore regionale Barbara Zilli. «Il riconoscimento migliore, l’unico premio consegnato a Olimpia e ideale anche oggi per questi atleti regionali che hanno fatto tanti sacrifici e raccolgono il frutto del sudore e della fatica, valori che di questi tempi mi pare non siano molto popolari ma di cui mi fa piacere parlare» ha rimarcato la collega allo Sport, Tiziana Gibelli, nel suo saluto dalla distanza.
«Il Friuli si riafferma terra di grandi campioni, votata allo sport e al sacrificio - ha dichiarato poi Barbara Zilli - Qui a Buja, in particolare, festeggiamo una terra di ciclisti dove è cresciuto anche il campione Alessandro De Marchi e poco più in là continuano a crescere altri grandi delle due ruote, come Nicola Venchiarutti al primo Giro d’Italia quest’anno. Abbiamo molto per festeggiare ed essere orgogliosi dello sport regionale». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino