TREVISO - Granfondo Pinarello addio. Dopo 25 anni di onorato servizio al mondo del ciclismo, la classica trevigiana per cicloamatori cede il passo. «Forse ci...
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La Granfondo Pinarello, cresciuta grazie al supporto iniziale del gruppo Cicloturistico Treviso e il gruppo Cicloturistico Vigili Urbani, in 25 anni ha saputo migliorare, modificarsi, trovare tracciati nuovi, scoprire percorsi appetibili, inventare e creare eventi, passeggiate gourmet e happening capaci di attirare migliaia di cicloturisti e amatori, richiamati dal marchio Pinarello. Poi, con il cambiamento delle Granfondo, è diventata sempre più agonistica e riservata ai cicloamatori snaturando quello che era il senso delle Granfondo, trasformate in gare vere e proprie. Con protagonisti tanti personaggi del mondo dello sport. Basti ricordare, ad esempio, il signore degli Anelli, Yuri Chechi, grande appassionato di ciclismo. Ma soprattutto la presenza costante del re di Navarra, l’immenso Miguel Indurain. E proprio qualche giorno fa anche lo stesso Miguel Indurain ha fatto sapere che, dopo oltre trent’anni, 5 Tour de France, due Giri d’Italia e un record dell’ora nel 1994 in sella alla Espada, è sceso di sella dalla Pinarello salendo su bici Scott.
Nella carriera agonistica lo spagnolo era ancora legato alle biciclette che avevano segnato in pratica tutta la sua carriera di specialista delle cronometro e di grande passista scalatore. Ma ha annunciato che prenderà parte alla Skoda Desert 2023 (gara a tappe di mountain bike che si disputerà dal 30 aprile al 5 maggio) utilizzando, per la prima volta, un mezzo non “targato” Pinarello: «Ho conosciuto i nuovi proprietari – le parole dello spagnolo, ora 58enne, raccolte da Relevo – La loro gestione non mi piace granché e, dato che sono amico della famiglia Pinarello ma non ho relazioni dirette con la marca, ho deciso di chiudere il rapporto». E poi il campione ha aggiunto: «Ultimamente nel mondo delle aziende ciclistiche è cambiato tanto. Tante ormai sono possedute da fondi di investimento che hanno visto opportunità in un mercato in crescita e hanno fatto le loro scommesse. Potrà piacere o meno, ma, dato che io non sono interessato a queste cose, preferisco fare quel che voglio. Il rapporto invece con la famiglia Pinarello rimane. È un profondo legame di amicizia e di affetto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino