Quintali di libri di Cibotto al macero, Sgarbi querela Accademia e sindaco

Vittorio Sgarbi in campo per i libri dello scrittore veneto Gian Antonio Cibotto
ROVIGO - Il critico d'arte Vittorio Sgarbi, dopo un'interrogazione parlamentare presentata a fine dicembre al ministro per i beni culturali Alberto Bonisoli, ha presentato...

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ROVIGO - Il critico d'arte Vittorio Sgarbi, dopo un'interrogazione parlamentare presentata a fine dicembre al ministro per i beni culturali Alberto Bonisoli, ha presentato questo pomeriggio, 11 gennaio, una denuncia-querela ai carabinieri di Rovigo, corredata di materiale fotografico, in merito alla vicenda dei libri gettati al macero dall'Accademia dei Concordi, circa 67 quintali, parte dei quali facevano parte del lascito di Gian Antonio Cibotto, scrittore rodigino morto nel 2017.


Vittorio Sgarbi ha annunciato di voler denunciare «anche il sindaco Massimo Bergamin perché quello che dice è disonorevole». «Hanno distrutto beni non loro. Il signor Bergamin - ha rincarato - è un criminale come Giovanni Boniolo, il presidente dell'Accademia. La stessa erede di Cibotto smentisce di aver dato disposizione di distruggere i libri». Bergamin da parte sua ha conferma la «totale fiducia» nei confronti del presidente dell'Accademia.

Al termine Sgarbi ha voluto tenere una conferenza stampa assieme allo scrittore Giancarlo Marinelli e all'editore e libraio Franco Caramanti. «È stato commesso un crimine, un delitto contro la città, contro la cultura, contro Cibotto. Quello che è accaduto a Rovigo - ha ripetuto - è grave come l'assassinio Matteotti e l'alluvione del Po, del 1951. Un crimine assoluto perché un libro è un materiale spirituale che non può essere distrutto. Lo spirito non lo butti al macero. I libri sono carichi di vita».

Per Sgarbi, «meglio regalarli per strada o venderli, non gettarli nei rifiuti. Rovigo non può essere riconosciuta come la città che brucia i libri, chi ha commesso questo crimine la deve pagare». Secondo il critico, il danno materiale derivante dai libri gettati è valutabile in «non meno di 80-100mila euro». A rincarare la dose lo scrittore Marinelli: «Se sento dire qualcuno che Cibotto avrebbe detto all'erede di distruggere parte dei libri - ha concluso - prende un cazzotto da me».


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Il Gazzettino