ROVIGO - Il critico d'arte Vittorio Sgarbi, dopo un'interrogazione parlamentare presentata a fine dicembre al ministro per i beni culturali Alberto Bonisoli, ha presentato...
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Vittorio Sgarbi ha annunciato di voler denunciare «anche il sindaco Massimo Bergamin perché quello che dice è disonorevole». «Hanno distrutto beni non loro.
Al termine Sgarbi ha voluto tenere una conferenza stampa assieme allo scrittore Giancarlo Marinelli e all'editore e libraio Franco Caramanti. «È stato commesso un crimine, un delitto contro la città, contro la cultura, contro Cibotto. Quello che è accaduto a Rovigo - ha ripetuto - è grave come l'assassinio Matteotti e l'alluvione del Po, del 1951. Un crimine assoluto perché un libro è un materiale spirituale che non può essere distrutto. Lo spirito non lo butti al macero. I libri sono carichi di vita».
Per Sgarbi, «meglio regalarli per strada o venderli, non gettarli nei rifiuti. Rovigo non può essere riconosciuta come la città che brucia i libri, chi ha commesso questo crimine la deve pagare». Secondo il critico, il danno materiale derivante dai libri gettati è valutabile in «non meno di 80-100mila euro». A rincarare la dose lo scrittore Marinelli: «Se sento dire qualcuno che Cibotto avrebbe detto all'erede di distruggere parte dei libri - ha concluso - prende un cazzotto da me».
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Il Gazzettino