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VICENZA - Sul pick-up bianco che ha aperto il corteo di macchine e motorini, agghindato con i fiocchi gialli e arancioni a mo' di papamobile, campeggiava un cartello: Cordiale ritorno a casa, nostro amato vescovo eletto. Così la comunità di Rumbek ha accolto ieri l'arrivo in Sud Sudan di padre Christian Carlassare, che domani a 44 anni si insedierà come presule più giovane del mondo, esattamente nel giorno in cui sarà pronunciata la sentenza sull'attentato subìto il 26 aprile 2021, per cui è imputato anche un sacerdote africano. «Ripartire dal perdono», è l'impegno preso dal missionario comboniano di Piovene Rocchette, provincia di Vicenza e diocesi di Padova, nel messaggio pasquale che ha voluto condividere con Il Gazzettino, ormai alla vigilia di questo duplice appuntamento.
RICORRENZA
Una data cruciale, quella del 25 marzo. Nel calendario cattolico, è la ricorrenza dell'Annunciazione del Signore, cioè l'annuncio dell'arcangelo Gabriele a Maria. Ed è proprio alla Madonna dell'Angelo, nel santuario del monte Summano sulle Prealpi Vicentine, che padre Carlassare ha offerto le pallottole con cui era stato gambizzato undici mesi fa a Rumbek, la città che è sede della sua nuova diocesi. Uno dei tanti legami che il prelato intende mantenere con il Veneto, adesso che si appresta ad assumere il compito a cui è stato chiamato da papa Francesco, il quale nell'incontro del 14 marzo in Vaticano gli ha chiesto «di non avere paura». Il religioso ha voluto portare con sé in Africa un pezzo della propria terra di origine: il suo pastorale è stato realizzato in legno di noce a Schio.
FRATELLO
Dopo essere sceso da un piccolo aereo, padre Carlassare è stato omaggiato da Rin Tueny, governatore dello Stato dei Laghi: «Per noi è una giornata meravigliosa, abbiamo atteso questo momento per oltre dieci anni».
VERDETTO
Ma nelle prossime ore è attesa anche una verità giudiziaria sulla sparatoria. Il verdetto è stato annunciato appunto per domani dal giudice Alexander Sebur Subek, il quale ha già rimesso in libertà due dei sei sospettati ed è chiamato a vagliare il movente dell'invidia. Stando alla confessione resa da Laat Makur Agok, uno degli autori materiali dell'assalto, padre Mathian lo avrebbe commissionato per spaventare padre Carlassare e indurlo a lasciargli la carica. Tuttavia il presunto mandante si proclama innocente.
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Il Gazzettino