PORDENONE - A livello nazionale ormai è conosciuta come la Proposta Di Maio. Banalmente si tratta di una misura - per ora paventata - in grado di rivoluzionare...
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IL MECCANISMONel 2011 il governo Monti ha liberalizzato il sistema delle aperture dei centri commerciali. Ma ai lavoratori che avevano sottoscritto un contratto da dipendente in precedenza è stata lasciata la libertà di scelta: possono decidere di rinunciare alla domenica e di mantenere i ritmi ante 2011. Così le grandi aziende che gestiscono i centri commerciali hanno fatto ricorso a nuove assunzioni. Si tratta generalmente di contratti a termine che impegnano giovani al di sotto dei 35 anni. Per garantire le aperture domenicali, i centri commerciali del Pordenonese hanno fatto ricorso a un aumento del 10 per cento della forza lavoro. Si prenda ad esempio il centro commerciale Gran Fiume di Fiume Veneto (ma il discorso vale anche per il Meduna e per le catene della distribuzione alimentare): ogni cento dipendenti, se la proposta del vicepremier dovesse andare in porto, si rischierebbe il taglio di dieci lavoratori. E se ampliata a tutta la provincia, la statistica giungerebbe quasi a quota duecento persone a rischio. Almeno per quanto riguarda la grande distribuzione, la contrarietà è unanime: «Sarebbe una tagliola dal giorno alla notte - spiegano dall'ufficio stampa di Unicomm, il gruppo che controlla anche l'Emisfero di Fiume Veneto - e dal nostro punto di vista una scelta sbagliata». Per la maggior parte dei centri commerciali, la domenica è perlomeno il secondo giorno della settimana quanto a incassi. Il costo del personale però è alto, quindi a rimetterci potrebbero essere più che altro i lavoratori.
Marco Agrusti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino