Chiude il "casoin" di Salgareda. Una storia iniziata 62 anni fa con la famiglia Moretto

Chiude lo storico casoin di Salgareda della famiglia Moretto
SALGAREDA (TREVISO) - Era il centro nevralgico del paese, punto di riferimento di tutta la comunità. Ha chiuso le serrande, l'ultimo giorno del 2022, dopo ben...

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SALGAREDA (TREVISO) - Era il centro nevralgico del paese, punto di riferimento di tutta la comunità. Ha chiuso le serrande, l'ultimo giorno del 2022, dopo ben 62 anni di attività, lo storico casoin di Graziano Moretto, da sempre dietro al banco del negozio e prima ancora attivo nell'attiguo ristorante di famiglia, il Moretto di via Callurbana. Il negozio si trova accanto al rondò che funge da centro di Campobernardo, a due passi dalla chiesa parrocchiale. Una decisione non facile.

Aperto dai genitori di Graziano, operativo da oltre 60 anni

«Il casoin - spiega - venne aperto dai miei genitori Marcella e Guerrino ormai oltre 60 anni fa. Proprio accanto al ristorante di famiglia, noto non solo in provincia di Treviso ma anche nella provincia di Venezia. Prima avevano un altro negozietto, sempre qui a Campobernardo, a poca distanza. Dopo la chiusura del ristorante, ormai alcuni anni fa, gestito sempre in famiglia, abbiamo continuato con il casoin. Qui le persone venivano a comprare qualcosa e a scambiare due chiacchiere, un luogo importante non solo per il commercio ma anche per la socialità». Dunque è giunto il momento della chiusura definitiva: «Ho 61 anni, è il momento di andare in pensione anche per motivi familiari. Tra ristorante e negozio, erano attivi fino ad alcuni anni fa anche i miei fratelli. Poi ho portato avanti io l'attività. In ristorante ho lavorato 27 anni, mentre qui in negozio sono presente dietro il banco da 17». La storia recente di Campobernardo ricalca un po' quella della famiglia Moretto: «Mio papà tanti anni fa aveva cominciato a portare il latte delle stalle nelle varie abitazioni, mia mamma gli ha sempre dato una mano. Tanti anni fa, circa un'ottantina, aprirono il loro primo negozio, poi arrivò l'apertura del ristorante. Erano altri anni. Mia mamma, per dire, viveva in una famiglia con 12 fratelli. Poi aprirono il ristorante. Di tutta questa attività rimaneva il negozio».

Le difficoltà

«Mi spiace per i miei paesani, soprattutto quelli un po' avanti negli anni, che passavano di qua a comprare qualcosa che poteva servire al momento, ad esempio un chilo di zucchero, un po' di prosciutto o qualche altro articolo spiega - Purtroppo le spese, col passare del tempo, sono sempre maggiori e tenere aperta un'attività come questa è sempre più complicato. Da qui la decisione». E conclude, con un pizzico di emozione: «Vorrei ringraziare i tanti clienti o semplicemente i paesani che passavano di qua magari anche solo per due parole. Grazie a tutti». 

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Il Gazzettino