Chiude il "Biscottificio in pigiama" della pediatria dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso: «Anche le belle favole sono destinate a finire»

Chiude il "Biscottificio in pigiama" della pediatria dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso
TREVISO - Anche il “Biscottificio in pigiama” dell’ospedale di Treviso sembra essere stato colpito della crisi. Con una lettera colma di amara ironia, Adriano...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

TREVISO - Anche il “Biscottificio in pigiama” dell’ospedale di Treviso sembra essere stato colpito della crisi. Con una lettera colma di amara ironia, Adriano Mellone, chef e professore dell’istituto alberghiero, racconta la chiusura, per lui inaspettata, del progetto rivolto ai bambini ricoverati al Ca’ Foncello. «Anche le belle favole sono destinate a finire - ha detto -. Eccoci quindi a celebrare, con profondo dolore, la scomparsa di una storia bellissima, che ha fatto nascere “creature simili” anche in altri nosocomi, in Italia come all’estero. Purtroppo, al contempo, sono nate anche gelosie per il mal sopportato successo di questo iniziativa bella e pulita».


LA STORIA
Inaugurato da un ventennio, il laboratorio preparava quotidianamente biscotti, pizzette e dolci che venivano offerti ai giovanissimi pazienti che erano ricoverati nel reparto di Pediatria del Ca’ Foncello. Nato dall’idea della primaria Silvana Agostini e della maestra Marika Visentin, il Biscottificio veniva seguito da Mellone. Il professore aveva voluto realizzare questo progetto per cercare di portare un po’ di sollievo ai piccoli malati e, in ben poco tempo, era diventato motivo di entusiasmo per l’allora neonata Isola della Pediatria, ma non solo. Accanto alle quotidiane prelibatezze che venivano sfornate, nello spazio del Biscottificio si tenevano corsi che tenevano occupati (e distraevano) i bambini che erano costretti a rimanere in ospedale, magari per lungo tempo. A finanziare il progetto, negli anni, erano stati i tanti interventi di solidarietà, che avevano coinvolto pure personaggi sportivi e personaggi famosi. «L’odore di quel che veniva realizzato non attirava solo i piccoli, ma anche i grandi - si legge ancora nella lettera -. Al punto che dalla vicina Chirurgia talvolta arrivavano i medici, attirati dal profumo delle pietanze appena sfornate, chiedendo se “fosse avanzato qualcosa”».


IL COVID


«Non appena si è abbattuto il Covid, qualcuno si è a sua volta abbattuto sul Biscottificio, soffiando sul fuoco del suo forno fino a farlo spegnere», ha commentato amaramente il pasticcere. Dal canto proprio, la direzione dell’ospedale ha precisato che «per un urgente bisogno di stanze, abbiamo dovuto sacrificare lo spazio del Biscottificio per lasciare il posto a una sala che verrà utilizzata per la “terapia del dolore” - ha voluto spiegare il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi - . Garantisco che, non appena anche la Pediatria sarà trasferita nel nuovo blocco ospedaliero, anche il laboratorio di biscotti troverà la sua collocazione. Contiamo di riaprire il “Biscottificio in pigiama” intorno al mese di ottobre oppure novembre». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino