CHIOGGIA - Gianni Scarpa a testa in giù, come Mussolini a piazzale Loreto, il giorno dopo essere stato ucciso. E' l'ultima "condanna" dell'Anpi di...
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All'immagine di Scarpa a testa in giù, con tanto di aggiunta della frase "Che strano paese è il nostro. Parla anche la merda", l'associazione partigiani fa seguire queste parole: «Non ci fa certo piacere dover tornare a parlare di un simile elemento, ma abbiamo appreso dagli organi di informazione sul web l’ennesimo, increscioso episodio di razzismo fascista che ha albergato nei giorni di ferragosto alla Playa Punta Canna di Sottomarina. Il residuato Gianni Scarpa – non conosciamo se a titolo di bagnino, ospite, gestore o socio occulto – ha insolentito via megafono e altoparlanti una giovane padovana, nata in Italia, “colpevole” solo di avere la pelle di colore scuro, ereditata dai genitori africani che anni fa si sono costruiti una vita migliore lavorando in questo Paese.
E Gianni "Pirata" non gliele manda a dire, ai partigiani: «L'Anpi di Chioggia si deve vergognare. Hanno pubblicato una mia foto a testa in giù, come Mussolini a piazzale Loreto, per la questione di Ferragosto a Playa Punta Canna, quella che come sanno tutti è stata una goliardata. È una vergogna disumana. Tutti mi dicono di denunciarli ma io non sono un uomo che denuncia ma solo uno che dice quello che pensa. D'altronde sono tutti morti: l'Anpi è morto, il fascismo e il comunismo non esistono più. Siamo ad un livello molto basso, non li denuncerò ma si devono vergognare in pubblico».
Gianni Scarpa, l'ex gestore della spiaggia di 'Playa Punta Cannà a Sottomarina di Chioggia, tornato alla ribalta nei giorni di Ferragosto per una denuncia di violenza privata aggravata da finalità di discriminazione razziale, ingiuria e apologia del fascismo presentata da una ragazza padovana, ma nata da genitori africani, che lo aveva criticato per il suo "discorso" di Ferragosto al microfono della spiaggia. Nel mirino di Gianni "il Pirata" è finito un post su Facebook dell'Anpi Chioggia, pubblicato il 19 agosto, in cui l'Associazione commentava l«'increscioso episodio di razzismo fascista», parlando di «vergogna senza fine» di Playa Punta Canna e allegando una foto a testa in giù del «residuato Gianni Scarpa».
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Il Gazzettino