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CHIOGGIA - Assodato che la soluzione non è “mangiarlo”, arriva dall’Australia, attraverso un’azienda italianissima e veneta, il sistema per mettere al sicuro le vongole del Delta dal granchio blu. Nella Sacca di Scardovari è partita la sperimentazione di sistemi flottanti di protezione e allevamento di vongole in sospensione. L’idea nasce dall’accordo di intenti tra il Consorzio pescatori del Polesine e la Aerre Automazioni di Chioggia che si occupa di progettazione e realizzazione di attrezzature macchinari per l’industria, sue sono le macchine per la lavorazione delle vongole nello stabulario deltino. «Stiamo valutando strategie alternative che ci permettano da un lato di risolvere il problema granchio blu e dall’altro di preservare la nostra tipicità – spiega Luigino Marchesini, presidente della struttura consortile di Porto Tolle -. Questo crostaceo come abbiamo ribadito più volte non può sostituire una filiera già avviata, qualora si arrivasse a contenerlo la potrebbe affiancare, ma noi dobbiamo e vogliamo preservare i nostri molluschi: una vera prelibatezza che ci ha fatto conoscere ovunque».
Come proteggere le vongole
L’alleato in questa battaglia è la Aerre dei fratelli Alfredo e Roberto Bozzato che si sono mossi per trovare questo sistema che, se si rivelasse vincente, potrebbe rispondere alle esigenze di un intero comparto e indicare la via per la coltivazione del futuro delle vongole. «Siamo una delle due aziende al mondo che costruiscono macchine per il confezionamento in rete dei molluschi – si presenta Alfredo Bozzato -.
In questo modo le vongole sono al sicuro in una specie di caveau”. Sono quindi stati messi già quattro sistemi, a cui se ne aggiungeranno altri due, ogni gabbia è dotata di 6 sacchi contenente una decina di chili di vongole per un totale di 60 kg ognuno. Al tutto sono stati installati dei supporti galleggianti realizzati in polietilene stampato. “Sono vongole di mezza pezzatura – interviene Emanuele Rossetti, biologo del Consorzio che sta studiando tutte le fasi -. Abbiamo puntato su un’alta densità in uno spazio ristretto per capire la resistenza del prodotto, posizionandola in un’area dove ci sono le condizioni ambientali migliori per l’accrescimento, ossia salinità, ossigeno e produzione fitoplanctonica. Valuteremo l’avanzamento della crescita come l’eventuale tasso di moria. L’idea sarebbe di arrivare a realizzare in questo modo il ciclo completo della vongola». Le gabbie resistono all’attacco dei granchi, bisognerà vedere come si comporteranno le vongole, mentre si sta già valutando di ampliare la sperimentazione per l’ostrica rosa e tentare con i mitili, che però hanno tutto un altro tipo di coltivazione.
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Il Gazzettino