Chioggia. 67enne morto in via Alga, l'aggressore resta a piede libero: «Ormai aveva confessato. In attesa dell'autopsia»

Chioggia. 67enne morto in via Alga, l'aggressore resta a piede libero: «Ormai aveva confessato. In attesa dell'autopsia»
CHIOGGIA - «Abbiamo disposto l'autopsia per avere un quadro complessivo e chiaro di quanto accaduto: abbiamo chiesto al medico legale di darci quanto prima una risposta...

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CHIOGGIA - «Abbiamo disposto l'autopsia per avere un quadro complessivo e chiaro di quanto accaduto: abbiamo chiesto al medico legale di darci quanto prima una risposta sul nesso causale tra la caduta del signore in seguito al colpo ricevuto e le conseguenze dell'impatto con il terreno, come causa del decesso». Bruno Cherchi, procuratore capo di Venezia, torna sul caso di via Alga e sull'aggressione costata la vita a Paolo Marangon, 67 anni, pensionato, che sabato sera era a prendere un'amica nel condominio di via Alga. Marangon è morto dopo due giorni, a causa delle ferite e il suo assassino, Andrè Morana, 26 anni, con un passato turbolento alle spalle, è indagato a piede libero con l'accusa di omicidio preterintenzionale. Nessuna misura cautelare da parte della procura, nemmeno i domiciliari. «Quando è intervenuto il decesso non c'era più flagranza e l'indagato ha spontaneamente detto ai carabinieri di aver colpito il signore pur argomentando a suo modo circa le circostanze - spiega ancora il procuratore capo Cherchi - Comunque, ora aspettiamo l'autopsia (che verrà conferita venerdì, ndr), ma stiamo accelerando al massimo tutti gli accertamenti: è stato dato incarico ai carabinieri di ricostruire velocemente anche il quadro dei precedenti dell'indagato, dei quali si è parlato, per capirne l'attualità e l'ambito».

LE POLEMICHE

Si sta spostando sempre più sul versante politico la discussione in città, dopo i fatti di via Alga. Tra i due una significativa differenza non solo anagrafica, ma anche di stile di vita: una persona che ha sempre lavorato ed è finito, alla fine, nella tagliola degli esodati, la vittima; una persona che vive di pubblica assistenza, espedienti e piccoli reati, l'aggressore.

Questa differenza umana e sociale è ben presente nell'opinione pubblica che non comprende la benevolenza della legge nei confronti del giovane. Nel mondo politico, di conseguenza, ci si interroga su cosa fare. Se, da una parte, l'assessore alle politiche sociali sottolinea le difficoltà oggettive (mancanza di alloggi dove trasferire i soggetti difficili, carenza di personale per i controlli e l'assistenza, continui dissapori tra gli inquilini degli alloggi popolari), dall'altra i consiglieri Montanariello e Barbara Penzo (Pd) incalzano il Comune: «Bisogna fare qualcosa urgentemente», dice il primo e «da mesi chiedo che si discuta in Commissione una possibile programmazione su come intervenire in queste situazioni», di cui via Alga è solo la punta dell'iceberg, dice la seconda.

Il consigliere di maggioranza Marco Dolfin ricorda, invece, le responsabilità delle precedenti amministrazioni nell'aver creato la polveriera di via Alga che, però, a ben guardare, sono simili a quelle che incontra l'attuale amministrazione nel disinnescare quella stessa bomba potenziale.


A cercare di tranquillizzare è il sindaco, Mauro Armelao che assicura: «Dopo un'attenta valutazione assieme agli uffici comunali competenti prenderemo in esame ogni possibile azione in nostro potere per dare risposte ai cittadini che chiedono maggiore sicurezza e tranquillità nella zona».
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Il Gazzettino