Mistero in spiaggia: «Rapita e pestata da due ragazzi di colore»

Il luogo del ritrovamento, sul Lungomare Adriatico
CHIOGGIA «Erano due ragazzi di colore. Mi hanno picchiata, stordita e rapita, portandomi da Padova a Sottomarina. Non so nulla di più». Questa la sintesi...

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CHIOGGIA «Erano due ragazzi di colore. Mi hanno picchiata, stordita e rapita, portandomi da Padova a Sottomarina. Non so nulla di più». Questa la sintesi dell’inquietante racconto che una diciannovenne residente a Monselice, ha reso ai poliziotti del commissariato di Chioggia che l’hanno soccorsa mercoledì sera sul Lungomare Adriatico. Erano all’incirca le 21.30 quando la volante, in giro di perlustrazione, ha avvistato tre donne, tutte di origine indiana, sul muretto del Lungomare. Una era distesa, le altre due si affaccendavano, con aria preoccupata, attorno a lei. 

 
VERSIONI DIFFERENTI
I poliziotti si sono fermati e hanno visto che la ragazza distesa era priva di sensi e presentava una vistosa ferita alla fronte, che perdeva ancora sangue. Hanno chiamato l’ambulanza, che ha portato la ragazza al pronto soccorso e, subito dopo, hanno chiesto alle altre due donne cosa fosse accaduto. La più grande, una 37enne, ha detto di non sapere nulla, che stava «dando una mano» ma che non aveva nessuna conoscenza diretta di quello che era accaduto alla giovane ferita. L’altra ragazza, appena 17enne, invece, ha raccontato che era arrivata a Sottomarina, insieme all’amica e che questa si era ferita «cadendo in spiaggia», ma non ha fornito altri particolari. Una storia misteriosa a cui, però, la ragazza ferita ha aggiunto risvolti inquietanti. Raggiunta al pronto soccorso dai poliziotti, infatti, la giovane ha raccontato tutta un’altra storia. Ha detto di essersi incontrata a Padova, qualche ora prima, con l’amica 17enne e di essere andata a mangiare un panino al Mc Donald’s insieme a lei. All’uscita dal fast food, sarebbero state avvicinate da due ragazzi di colore che avrebbero proposto loro di salire in macchina e passare la serata insieme. La 17enne avrebbe accettato, ma la 19enne no, e si sarebbe allontanata a piedi. Ma, poco dopo, sarebbe stata affiancata da un’auto grigia a cinque porte, a bordo della quale c’erano l’amica e i ragazzi di prima. I due sarebbero scesi e uno di loro l’avrebbe colpita, forse con un pugno, dato che non ricorda che avesse oggetti in mano (ma avrebbe potuto portare un anello che avrebbe causato la lacerazione alla fronte) e poi le avrebbe messo un fazzoletto davanti alla bocca (vien da pensare imbevuto di cloroformio o qualcosa di simile). La ragazza ha perso i sensi, risvegliandosi solo in ospedale a Chioggia. Due versioni davvero diverse che sono sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti per vagliarne l’attendibilità. 
I DUBBI

Il racconto della 17enne appare lacunoso, soprattutto nella parte in cui non dice come lei e l’amica siano arrivate a Sottomarina: la più giovane non può guidare e l’altra non sembrava avere una macchina a disposizione. Quindi potrebbe esserci qualche altro attore, in questa vicenda, che ha portato le due ragazze da Padova a Sottomarina. Di chi si tratta? Che ruolo aveva, in tutto questo, la 37enne? Davvero non conosceva quelle ragazze connazionali? Quanto alla 19enne, che sanguinava all’arrivo dei poliziotti, come poteva essere stata ferita a Padova? Solo il tempo necessario al viaggio fino a Sottomarina avrebbe dovuto permettere al sangue di fermarsi. Inoltre, dopo aver ricevuto le cure del caso, la ragazza è stata dimessa con una prognosi di dieci giorni ed è stata riaccompagnata a casa dalla madre che, avvertita, è arrivata a prenderla. Ma non ha sporto denuncia e, a quanto pare, neppure espresso l’intenzione di farlo. Conosce gli aggressori? Ne ha paura? Farà denuncia nei prossimi giorni? Domande che attendono risposte, alcune delle quali potranno venire, nei prossimi giorni, dagli esami eseguiti in pronto soccorso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino