CHIOGGIA (VENEZIA) - «Ho acconsentito io che mi tagliassero i capelli in quel modo e sapevo anche che mi stavano filmando» ma «in precedenti occasioni, mi hanno...
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I PRECEDENTI
In commissariato, poi, avrebbe confermato le voci che circolano in città, circa una persecuzione ai suoi danni da parte di giovinastri che lo avrebbero importunato più volte, gettandolo in acqua e lanciandogli uova. Per questi precedenti, ma non per l'incendio dei capelli, avrebbe sottoscritto una denuncia. Non è chiaro, tuttavia, se i protagonisti dei vari maltrattamenti siano sempre gli stessi. In qualche caso sarebbe stata presente anche una ragazza ma non nell'episodio accaduto la notte di Halloween. Il video esaminato dai carabinieri, infatti, ha permesso di identificare tre persone, due minorenni e un maggiorenne, ma tutti a cavallo dei diciott'anni, poco più, poco meno. Nessuno di loro è stato ancora sentito dai militari ma la madre di uno si è presentata in caserma e ha chiesto scusa per il comportamento del figlio: forse non è una cosa giuridicamente rilevante ma, almeno, è un segnale di comprensione della gravità della vicenda.
In ogni caso sarà la Procura, in concerto con il Tribunale dei minori, a decidere eventuali provvedimenti perché i reati ipotizzabili (violenza privata, circonvenzione di incapace, ecc.) dipendono da quello che il senzatetto vorrà confermare o smentire o da quello che le indagini ravviseranno nei comportamenti del branco. Ma non saranno indagini facili. Il senzatetto, infatti, dopo quell'episodio, ha abbandonato, il suo rifugio, una barca a vela ancorata alla fiancata di un peschereccio in disarmo, in una zona periferica della città. E, tra chi abita nei dintorni, il commento «è andato a combinar guai da un'altra parte» rivela il disagio creato dalla sua presenza, legato anche a una storia di tossicodipendenza. Cosa che non giustifica, ovviamente, il rischio di essere bruciato vivo. «È un episodio da condannare nel modo più fermo commenta il sindaco, Alessandro Ferro Sono rimasto sconcerto dal vuoto valoriale che purtroppo manifestano alcuni dei nostri giovani. Da una prima verifica, è emerso che la vittima è già seguita dai nostri servizi sociali per trovare una soluzione condivisa alle sue problematiche».
Diego Degan Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino