A fuoco i capelli del clochard, mamma va in Questura e si scusa per il figlio

Martedì 5 Novembre 2019 di Diego Degan
Chioggia. A fuoco i capelli del clochard, mamma va in Questura e si scusa per il figlio
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CHIOGGIA (VENEZIA) - «Ho acconsentito io che mi tagliassero i capelli in quel modo e sapevo anche che mi stavano filmando» ma «in precedenti occasioni, mi hanno insultato e maltrattato». Si fa sempre più intricata la vicenda del barbone a cui un gruppo di ragazzi ha incendiato i capelli la notte del 31 ottobre. Quando il video dell'episodio ha cominciato a girare in maniera evidente sui social, sabato pomeriggio, i carabinieri si sono messi subito alla ricerca dell'uomo e lo hanno rintracciato che vagava in città verso le otto di sera. Alle loro domande il senzatetto ha risposto di essere stato del tutto consenziente al trattamento subito. «Ho detto ai ragazzi che avevo bisogno di tagliare i capelli e che non sapevo come fare. Così ci siamo accordati per quel sistema. E sì, sapevo anche che mi stavano riprendendo con il telefonino» ha riferito ai militari. Dichiarazioni sul filo  dell'incredibile che, prese alla lettera, smentirebbero qualsiasi ipotesi di reato, anche perché il trattamento incendiario dei capelli non avrebbe causato alcuna ustione o bruciatura alla testa della vittima. In realtà il presunto consenso del barbone è tutto da dimostrare: si tratta, infatti, di una persona con seri problemi di equilibrio personale e di sopravvivenza e indurlo a sopportare certe umiliazioni non sembra difficile, per qualcuno intenzionato a farlo. Del resto una mezza smentita alla sua piena consapevolezza l'avrebbe data lui stesso, il giorno dopo, agli agenti del commissariato che lo hanno trovato all'uscita da un salone di parrucchiere. Probabilmente l'acconciatura che gli avevano fatto i ragazzi non gli piaceva molto. 

I PRECEDENTI
In commissariato, poi, avrebbe confermato le voci che circolano in città, circa una persecuzione ai suoi danni da parte di giovinastri che lo avrebbero importunato più volte, gettandolo in acqua e lanciandogli uova. Per questi precedenti, ma non per l'incendio dei capelli, avrebbe sottoscritto una denuncia. Non è chiaro, tuttavia, se i protagonisti dei vari maltrattamenti siano sempre gli stessi. In qualche caso sarebbe stata presente anche una ragazza ma non nell'episodio accaduto la notte di Halloween. Il video esaminato dai carabinieri, infatti, ha permesso di identificare tre persone, due minorenni e un maggiorenne, ma tutti a cavallo dei diciott'anni, poco più, poco meno. Nessuno di loro è stato ancora sentito dai militari ma la madre di uno si è presentata in caserma e ha chiesto scusa per il comportamento del figlio: forse non è una cosa giuridicamente rilevante ma, almeno, è un segnale di comprensione della gravità della vicenda.

In ogni caso sarà la Procura, in concerto con il Tribunale dei minori, a decidere eventuali provvedimenti perché i reati ipotizzabili (violenza privata, circonvenzione di incapace, ecc.) dipendono da quello che il senzatetto vorrà confermare o smentire o da quello che le indagini ravviseranno nei comportamenti del branco. Ma non saranno indagini facili. Il senzatetto, infatti, dopo quell'episodio, ha abbandonato, il suo rifugio, una barca a vela ancorata alla fiancata di un peschereccio in disarmo, in una zona periferica della città. E, tra chi abita nei dintorni, il commento «è andato a combinar guai da un'altra parte» rivela il disagio creato dalla sua presenza, legato anche a una storia di tossicodipendenza. Cosa che non giustifica, ovviamente, il rischio di essere bruciato vivo. «È un episodio da condannare nel modo più fermo commenta il sindaco, Alessandro Ferro Sono rimasto sconcerto dal vuoto valoriale che purtroppo manifestano alcuni dei nostri giovani. Da una prima verifica, è emerso che la vittima è già seguita dai nostri servizi sociali per trovare una soluzione condivisa alle sue problematiche». 
Diego Degan 

Ultimo aggiornamento: 09:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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