Chioggia, agricoltura e turismo: aumentano gli stranieri nel sud della provincia. Tutti i dati

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CHIOGGIA - Quanti sono gli immigrati nell'area sud della provincia? Dove e come lavorano, quanti si fermano e quanti se ne vanno? Sono alcune delle domande a cui tenta di...

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CHIOGGIA - Quanti sono gli immigrati nell'area sud della provincia? Dove e come lavorano, quanti si fermano e quanti se ne vanno? Sono alcune delle domande a cui tenta di rispondere il Dossier Immigrazione, redatto dal Centro studi e ricerche Idos, con un focus sui territori di Chioggia e Cavarzere. Il volume è stato presentato, a Chioggia, nei giorni scorsi, per iniziativa della Cgil, che ha riaperto, in questi comuni, due propri sportelli dell'Ufficio immigrazione, per rispondere alle richieste di tutela che sono arrivate da un centro di accoglienza di Cavarzere, sulla qualità dei pasti e sulle condizioni igieniche. Ma la questione, in realtà, è ben più ampia. Partendo dai numeri, gli immigrati sono, a Chioggia, 1.872 su 47.903 abitanti (3,9%), a Cavarzere 1.030 su 12.972 (7,2%), a Cona 202 su 2788. La prima cosa che salta all'occhio è la maggior percentuale di presenze nei due comuni più piccoli, rispetto a Chioggia. «Il dato è calcolato sui residenti, non sui soggiornanti spiega Elisa Giolo, che ha curato la ricerca e varierebbe, ad esempio, con l'andamento stagionale, visto che d'estate, Chioggia è sicuramente più attrattiva. Altri fattori, invece, spiegano meglio la distribuzione delle presenze. L'agricoltura è il settore in cui lavorano la maggior parte degli immigrati, sia negli orti di Sottomarina che nelle campagne di Cavarzere e Cona, dove il fabbisogno di manodopera è maggiore». Il secondo settore economico per impiego di immigrati, però, è quello del turismo/ristorazione.

LA STAGIONE

«Appunto. Che ha andamento stagionale, per cui attira anche da fuori provincia e influisce poco sui residenti. L'altro grande bacino di lavoro per gli immigrati è quello domestico (badanti e colf, spesso più qualificate rispetto al lavoro che svolgono) ma anche questo presenta caratteristiche di forte mobilità, seppur non stagionali». Percentuali minori di immigrati si ritrovano «nell'edilizia e nelle piccole officine metalmeccaniche e questi, di solito, hanno titoli di studio superiori a quelli di chi lavora in agricoltura».


A concorrere alla formazione del numero dei soggiornanti (che non si vedono all'anagrafe), poi, sono i centri di accoglienza. «Il dossier ne ha rilevati 4 a Cavarzere, con diverse decine di persone, 2 a Chioggia» anche se, da qualche anno, non vengono più messi sotto i riflettori della cronaca. Nei tre comuni, comunque, le percentuali degli immigrati residenti sono in leggera diminuzione e i motivi sono tre. L'emigrazione verso altre zone, che non riguarda solo gli italiani, i limiti contenuti nei decreti sicurezza che, comunque, hanno frenato gli arrivi in Italia e, infine, l'acquisizione della cittadinanza da parte dei soggiornanti di lungo periodo, quelli arrivati dieci o quindici anni fa, che diventano italiani a tutti gli effetti e non vengono più registrati come stranieri.
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Il Gazzettino